
:Cinque anni e più sul tetto del padel sardo. Poi, ieri, una scivolata che prima o poi doveva capitare e che vale il titolo invernale. Questa è la storia di due tennisti che si conoscono da bambini, di due campioni nella vita e nello che prima di formare la coppia maschile di padel più forte di sempre si sono sfidati sui campi da tennis. E fuori sono diventati amici.
Matte e Canna, cioè Matteo Casula e Alessandro Cannavera. Pulese desulese uno; cagliaritano l’altro. Ventotto anni, il primo laureato in ingegneria ma ormai da anni maestro federale e imprenditore dello sport: è il titolare della società Dopolavoro ferroviario Cagliari, cioè gli impianti viale La Playa. Il secondo la mano la usa tutti i giorni anche per fare il chirurgo, dieci ore di fila in sala operatoria. Il suo maestro dice che è eccelle anche col camice addosso.
Ieri sera a Sassari, in finale, Casula e Cannavera sono arrivati con le idee chiare: battere il sassarese Luca D’Angelo e il siciliano Riccardo Cavalieri. Invece le hanno prese, in due set, senza appello: sei tre il primo e sei due il secondo. Bravi gli avversari, certo: hanno trovato punti deboli e li hanno sfruttati implacabilmente. D’altronde il tennis e pure il padel è lo sport di chi sbaglia di meno. Dopo cinque anni, quasi sei, di dominio incontrastato il mito dell’imbattibilità di Matte e Canna si è infranto. E’ nella logica del gioco ed è bello anche per questo.
Claudio Cugusi
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