
«Le nostre lettere vengono bloccate: non possiamo comunicare con l’Associazione Luca Coscioni. È un abuso».
Dalla casa circondariale di Badu ’e Carros, a Nuoro, i detenuti denunciano che la corrispondenza indirizzata all’esterno non verrebbe inoltrata regolarmente. In almeno un caso, scrivono, è stato necessario l’intervento dell’Ufficio Comando.
Nelle stesse missive si segnala anche l’impossibilità di usufruire di colloqui familiari senza controllo a vista. Una prassi che, se confermata, contrasterebbe con la sentenza 10/2024 della Corte Costituzionale, che ha ribadito il diritto all’affettività delle persone recluse.
Le lamentele si aggiungono alle criticità già segnalate un mese fa: condizioni igieniche precarie, carenze sanitarie, spazi insufficienti. «Ci dicono che la situazione migliorerà, ma peggiora ogni giorno», scrive uno dei detenuti. Il malessere riguarda anche il personale, che in più occasioni ha subito episodi di violenza.
L’Associazione Luca Coscioni chiede nuovi sopralluoghi sanitari e denuncia una violazione dei diritti fondamentali che grava sia sui reclusi sia sugli agenti. Intanto sostiene il digiuno di Rita Bernardini, giunto alla terza settimana, e rilancia la raccolta firme per la proposta di legge popolare “Zuncheddu”, che prevede un risarcimento rapido per chi è stato detenuto senza giusta causa.



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