Progressisti senza più l’assessore. L’assessore senza più il partito: Satta non se ne va, decide Todde

Gian Franco Satta

La poltrona non si molla. Al massimo, si cambia casacca.
Gian Franco Satta non lo dice apertamente, ma il messaggio è chiaro: non ha alcuna intenzione di lasciare l’incarico da assessore all’Agricoltura, nonostante il suo gruppo – i Progressisti – lo abbia di fatto sfiduciato.
Alla domanda se stia valutando un passaggio a un altro partito, non conferma e non smentisce. E in politica, quando non si smentisce, spesso è perché la porta è aperta.

I Progressisti, intanto, alzano il livello dello scontro: chiedono la sua uscita dalla Giunta o, in alternativa, l’assegnazione di un’altra delega. Ma lui non cede. Si limita a ricordare che le deleghe sono nelle mani della presidente della Regione, Alessandra Todde:
«Sono certo che saprà fare le proprie valutazioni in maniera complessiva», dichiara Satta.
Tradotto: decida lei. Io resto dove sono.

Nessuna parola in più, nessuna mossa di lato.
Eppure, la situazione è chiara a tutti: Satta è fuori dal suo gruppo ma dentro la giunta. E se questo equilibrio salta, i numeri della maggioranza rischiano di non tenere più.

L'equilibrio precario della maggioranza

I Progressisti in Consiglio regionale sono solo tre, ma in una maggioranza che già oggi fa fatica a garantire il numero legale, la loro potenziale uscita non sarebbe indolore.
Se si dovessero sfilare, ogni seduta rischia di diventare una corsa a ostacoli.
Non è solo una grana politica: è un problema pratico.
La macchina regionale, già sotto stress, potrebbe incepparsi anche sulle decisioni più ordinarie per colpa di un equilibrio sempre più fragile.

E Satta?
Resta lì.
Non dice se cambierà partito. Ma intanto non si muove.

prova
cropped-favicon-sn24.png
Condividi

Articoli correlati