
Un confronto davvero serrato è andato in scena questo pomeriggio all’Aula Magna della Facoltà di Ingegneria e Architettura dell’Università di Cagliari, dove si è tenuto il convegno “Analisi di possibili traiettorie per la transizione energetica in Sardegna”. Sul tavolo: scenari, criticità e prospettive di una trasformazione energetica che potrebbe ridisegnare il futuro dell’isola. A un anno esatto dalla moratoria regionale sulle rinnovabili, l’assessore all’Industria Emanuele Cani ha fatto il punto: “Vogliamo essere protagonisti, non spettatori. Siamo per la transizione, ma con regole chiare, nell’interesse dei sardi e delle imprese.”
Il convegno, promosso dall’Ordine degli Ingegneri di Cagliari con il supporto di università e associazioni ambientaliste, ha riunito esponenti scientifici di primo piano, tra cui il Politecnico di Milano e l’Università di Padova, accanto a stakeholder come Legambiente, WWF, Italia Solare, e il Consorzio Italiano Biogas.
“Dobbiamo mettere in campo una molteplicità di tecnologie, perché non sappiamo ancora quali saranno dominanti nei prossimi decenni”, ha spiegato Giorgio Querzoli, responsabile scientifico di Legambiente Sardegna, moderatore dell’incontro. E ha aggiunto: “Ogni volta che si strilla su questi temi, si sottraggono democrazia e libertà al dibattito”.
Nel suo intervento, l’assessore Cani ha riconosciuto la complessità del momento, ma ha rivendicato con forza la scelta politica della Regione: “Ci siamo trovati in una normativa confusa. Avremmo potuto lasciare tutto in mano al mercato, ma abbiamo scelto di governare il processo”.
La Regione, ha precisato, intende pianificare sulla base di dati scientifici, “in concerto con l’università”. E sul delicato tema delle aree idonee per gli impianti ha chiarito: “Abbiamo 24.000 km² di mare. Possiamo e dobbiamo decidere dove gli impianti siano compatibili e dove no, nel rispetto di tutti”.
Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha parlato senza giri di parole: “In Sardegna non si è creato un clima sereno di discussione. Alcuni gruppi editoriali, mossi da interessi di parte, hanno avvelenato il confronto. È ora che si fermino gli speculatori del gas”.
Ciafani ha ricordato la recente sentenza del TAR del Lazio che ha cassato analoghe moratorie in altre regioni, e ha ribadito: “Serve serenità, quella che non abbiamo visto finora. Ora la parola passa alla Corte Costituzionale. Ma intanto, fermiamo chi vuole usare il caos normativo per bloccare la transizione”.
Anche dal mondo accademico è arrivato un segnale d’allarme. Querzoli ha raccolto e rilanciato la voce dei colleghi: “C’è una mancanza di finanziamenti alla ricerca. A volte si arriva a subordinare l’autonomia accademica a dichiarazioni ideologiche. Questo è un ostacolo enorme. Non va bene, soprattutto nel mondo dell’università”.
La collaborazione con le istituzioni, però, continua. “Noi lavoriamo sui fatti, sul confronto, non sull’ideologia”, ha ribadito.
Infine, l’assessore Cani ha toccato uno dei temi più controversi: il metano. “Noi vogliamo le stesse condizioni del resto d’Italia. Se il metano è da superare, lo si faccia ovunque. Ma oggi l’industria dell’alluminio è ferma. Senza un minimo di infrastruttura, non può ripartire. E io devo tener conto anche di questo”.
Pur confermando la volontà di minimizzare l’uso del gas e puntare sulle rinnovabili, la Regione chiede coerenza a livello nazionale: “La Sardegna non può essere l’unica a rinunciare al metano se il resto del Paese continua a usarlo”.
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