
La sanità in Sardegna è al centro di una crisi sempre più acuta, con un sistema che fatica a rispondere alle necessità di una popolazione in rapido invecchiamento e un crescente fabbisogno di prestazioni mediche. Luigi Arru, ex assessore regionale alla Sanità, sottolinea l’urgenza di una riorganizzazione radicale. Secondo Arru, il sistema sanitario regionale sta vivendo una fase di grave difficoltà, amplificata da una carenza di personale medico e infermieristico, soprattutto nelle Asl più piccole, e da una distribuzione inefficace.
“La Sardegna sta vivendo una crisi sanitaria che non riguarda solo la carenza di personale, ma anche l’incapacità di riorganizzare i servizi in modo efficiente” afferma Arru. Il problema principale, secondo l’ex assessore, è la frammentazione dei servizi, che non garantisce una presa in carico continuativa e integrata del paziente. Una delle principali criticità evidenziate dal medico nuorese riguarda l’efficacia dei centri ospedalieri sardi, in particolare in riferimento alla chirurgia oncologica. “Più interventi vengono effettuati in un centro, migliori sono gli esiti, eppure molti ospedali locali non raggiungono nemmeno il minimo necessario per garantire risultati positivi”.
Un esempio concreto riguarda il trattamento del tumore al pancreas. In Sardegna, i pazienti affetti da questo tipo di tumore spesso sono costretti a trasferirsi a Verona, dove esistono centri altamente specializzati. “I sardi vanno a Verona non solo per la chirurgia, ma anche per un percorso integrato che prende in carico il paziente nella sua completezza,” sottolinea l’ex assessore. Questa realtà mette in luce la carenza di centri in Sardegna che possano garantire un trattamento adeguato.
Arru sostiene la necessità di una riorganizzazione sanitaria che preveda la creazione di centri di alta specializzazione, evitando che i pazienti debbano ricorrere a trasferte fuori regione. “Il coraggio di creare reti sanitarie e concentrarsi su centri di alta specializzazione è essenziale. Non possiamo più permetterci che ogni ospedale faccia quello che vuole, ignorando gli standard scientifici e ministeriali”.
A breve termine, Arru suggerisce di concentrare i pazienti nei centri che rispettano i criteri di specializzazione, per garantire la qualità delle cure. A lungo termine, propone la riconversione degli ospedali che non soddisfano i requisiti ministeriali nei centri territoriali, dove possono essere trattate le patologie croniche della popolazione anziana.
“La Sardegna ha bisogno di un sistema sanitario che cresca in maniera sincrona, con un’organizzazione che superi il localismo e risponde davvero ai bisogni dei cittadini” conclude “io punterei a rafforzare la qualità del servizio sanitario, garantendo la salute dei cittadini in linea con gli standard previsti dal ministero della Salute, e soprattutto rispettando il diritto alla salute sancito dalla Costituzione”.
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