
Il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare la legge regionale n. 8 del marzo 2025, con cui la Sardegna ha avviato la riforma del sistema sanitario. Due gli articoli finiti nel mirino: il 6 e il 14. Secondo il Governo, le norme approvate violano diversi principi costituzionali e superano i limiti delle competenze regionali
L’articolo 6 permette ai nuovi direttori generali della sanità sarda di sostituire entro 60 giorni i direttori amministrativi, sanitari e sociosanitari. Una possibilità che, secondo il parere dell’Esecutivo, rischia di trasformarsi in uno spoils system contrario al principio di continuità amministrativa e alla neutralità dei pubblici dipendenti. Non si può rimuovere un dirigente solo perché cambia la guida politica, senza motivazioni specifiche o verifiche sul lavoro svolto.
L’articolo 14 è ancora più netto: prevede il commissariamento immediato di tutte le aziende sanitarie dell’isola, comprese Areus, Brotzu e le due aziende ospedaliero-universitarie. Una misura considerata troppo generica, priva di giustificazioni concrete e in contrasto con le regole nazionali, che ammettono commissari straordinari solo in casi eccezionali.
La legge sarà ora sottoposta al giudizio della Corte costituzionale.
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