Sardegna, allarme competenze: quasi un adulto su due in difficoltà

Competenze Trasversali

Quasi un adulto su due in Sardegna ha difficoltà a leggere e comprendere un testo, gestire informazioni numeriche o risolvere problemi pratici. È quanto emerge dal nuovo rapporto dell’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (Inapp), che fotografa una realtà allarmante: nelle Isole, il 46 per cento della popolazione adulta presenta livelli di competenza inferiori alla media nazionale, aggravando il divario con il resto del Paese.

Un problema radicato nel tempo

Questa crisi non è improvvisa. La Sardegna soffre da anni di criticità nel sistema educativo e formativo, aggravate da fattori strutturali come lo spopolamento, la fuga dei giovani qualificati e un mercato del lavoro poco dinamico. Il tasso di disoccupazione giovanile sull’isola supera il 30 per cento, tra i più alti in Italia, e molti laureati scelgono di trasferirsi altrove, privando il territorio di risorse fondamentali.

A incidere è anche la scarsa diffusione di percorsi di formazione continua per gli adulti. Senza un aggiornamento costante delle competenze, il rischio è un progressivo scollamento tra le esigenze del mondo del lavoro e le capacità della popolazione, rendendo ancora più difficile l’accesso a occupazioni qualificate.

Formazione e tecnologia per rilanciare la Sardegna

Per contrastare questo declino, gli esperti suggeriscono investimenti mirati nell’istruzione e nella formazione continua. Secondo Natale Forlani, presidente dell’Inapp, è fondamentale potenziare le competenze digitali, ormai essenziali nel mondo del lavoro.

Negli ultimi anni, alcune iniziative locali hanno cercato di rispondere a questa emergenza. Le università di Cagliari e Sassari stanno ampliando i programmi di formazione digitale e imprenditoriale, mentre alcune startup e imprese tecnologiche stanno sviluppando progetti per trattenere i giovani talenti sull’isola. Tuttavia, senza un intervento strutturale e politiche di lungo termine, la Sardegna rischia di continuare a perdere capitale umano, alimentando un circolo vizioso difficile da spezzare.

L’urgenza è chiara: servono soluzioni concrete affinché la formazione diventi una leva di crescita reale per l’isola, evitando che il gap con il resto del Paese si allarghi ulteriormente.

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