
“Al liceo Scientifico di Siniscola la speculazione energetica è diventata un valore da insegnare ai ragazzi”. Con queste parole, l’avvocato Michele Zuddas ha denunciato sui social quanto accaduto ieri mattina nell’istituto scolastico della Baronia, dove si è svolto un incontro con i rappresentanti di Nadara Italy S.p.A., società legata alla JP Morgan e promotrice del controverso parco eolico offshore previsto lungo la costa nord-orientale della Sardegna.
Zuddas ha definito l’iniziativa un’operazione di indottrinamento, mascherata da attività di orientamento professionale nell’ambito del Pcto (percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento). L’avvocato ha contestato la mancanza di un vero confronto sulle possibili ripercussioni economiche e ambientali del progetto, evidenziando l’assenza di voci critiche.
In un post diventato virale in poche ore, Zuddas ha attaccato duramente la multinazionale americana:
“JP Morgan: dai finanziamenti alle aziende che producono armi nucleari alla transizione ecologica. Ieri, tramite una sua azienda, si è trovata a Siniscola per insegnare ai nostri ragazzi. Cosa? Come speculare e trarre profitto dalle speculazioni”.
Ma il messaggio più forte è arrivato direttamente dagli studenti: durante l’incontro, hanno deciso di alzarsi e abbandonare l’aula, lasciando il relatore senza pubblico. Un gesto che ha trasformato un evento istituzionale in un segnale di protesta chiaro e inequivocabile.
Secondo le testimonianze raccolte online, molti studenti hanno percepito l’incontro come un’operazione di propaganda a favore del progetto eolico offshore, da tempo al centro di polemiche.”I ragazzi si sono alzati e hanno lasciato solo il relatore”, ha scritto Giu Angioni su Facebook.
Un’azione che, secondo Giuseppe Mariano Delogu, dimostra la consapevolezza delle nuove generazioni:”Sono usciti dalla scuola e sono intervenuti pubblicamente contro i tentativi di colonizzazione mentale. È un bell’esempio di autodeterminazione giovanile”.
Anche Cristina Green ha commentato la protesta: “Hanno dimostrato di avere spirito critico e di non lasciarsi manipolare”.
L’episodio ha sollevato polemiche anche sulla scelta della dirigenza scolastica di ospitare l’evento senza un confronto con esperti di opinioni diverse.”La scuola avrebbe dovuto garantire un dibattito aperto, invitando anche un esperto sugli impatti economici e ambientali del progetto. La propaganda senza contraddittorio è in contrasto con il ruolo educativo dell’istituzione”, ha scritto Mauro Maxia. E ancora sui social Simonetta Mereu ha espresso perplessità: “Il dirigente scolastico ha evitato il confronto e molti docenti hanno manifestato dissenso. Ma i veri protagonisti sono stati gli studenti, che hanno scelto di alzarsi e dire no”.
La protesta si inserisce in un contesto più ampio di contestazione nei confronti del parco eolico offshore che JP Morgan e Nadara Italy S.p.A. vogliono realizzare tra Siniscola e Olbia.
Il progetto prevede 65 turbine alte 380 metri, con una produzione sufficiente ad alimentare un milione di utenze domestiche. I promotori parlano di migliaia di posti di lavoro, ma gli oppositori temono gravi ripercussioni su turismo, pesca e paesaggio.
Per molti, la reazione degli studenti rappresenta un segnale forte. Immacolata Melis, commentando sui social, ha scritto:”Ci sono ragazzi che hanno il coraggio di contestare, ma vengono trattati da ribelli invece che ascoltati”.
L’episodio di Siniscola ha acceso un dibattito che non si esaurirà facilmente. Il futuro energetico della Sardegna è ancora tutto da scrivere.
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