
Non sarà la presidente della commissione Sanità, la Pd Carla Fundoni, la relatrice in Aula della riforma sanitaria. Il compito – ed è la notizia – per la maggioranza sarà svolto dal consigliere Giuseppe Canu, eletto in Sinistra futura e strenuo difensore della presidente Todde. Che ha voluto questa miniriforma, priva di impegni finanziari, con lo scopo principale se non esclusivo commissariare tutte le aziende sanitarie e mettere uomini e donne di fiducia al posto dei manager voluti dal centrodestra.
Il Pd, che pure conta tante anime, su una cosa invece è d’accordo: la riforma voluta dunque soltanto da Todde e dai partiti di stretta osservanza (Sinistra futura, Cinque stelle e Uniti per Todde) non servirà a cambiare le sorti della sanità sarda e l’umore dei sardi. Che rinunciano a curarsi quando non ha soldi per curarsi in privato, considerate le liste d’attesa per prestazioni anche banali.
Dunque Carla Fundoni non sarà la relatrice di un testo che né lei né il suo partito condividono. Un testo che con tutta probabilità voteranno per dovere di coalizione ma senza negare il dissenso. Cosa resterà del Campo largo tra quale mese è difficile dirlo. Ma una cosa è scontata: senza il Pd nemmeno Todde è in grado di andare avanti. Figurarsi di governare.
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