Turismo, il paradosso sardo: amata da tutti, ma fuori dalla top 10 nazionale

La Sardegna è nel cuore di milioni di viaggiatori, ma fuori dalla top 10 delle regioni italiane per presenze turistiche. Un paradosso che l’assessore al Turismo, Franco Cuccureddu, ha messo nero su bianco in Commissione Attività produttive della Regione: “Siamo solo dodicesimi, e l’occupazione media delle strutture ricettive è ferma al 20 per cento”.

Numeri che non lasciano spazio a illusioni, ma che aprono la strada a una sfida concreta: trasformare la Sardegna in una destinazione vera, strutturata e attiva tutto l’anno. Qualcosa di cui si parla dal 1985 o giù di li, ma che tuttora rimane il grande problema irrisolto del turismo nell’isola.

I dati del turismo balneare

Secondo Cuccureddu, su oltre 1.000 alberghi e 37.600 strutture extralberghiere, la maggior parte lavora solo durante le poche settimane centrali dell’estate. “Non sono vere imprese turistiche – ha detto – ma strumenti di integrazione al reddito”. Il problema? Un’offerta ancora troppo legata alla stagionalità e un turismo mordi e fuggi che lascia poco sul territorio.

La strategia della Regione punta dritto al cuore della questione: destagionalizzare e attrarre un turismo di qualità, con visitatori che spendono oltre 200 euro al giorno. “Il Capodanno ha dimostrato che se l’offerta è buona, la domanda c’è anche in bassa stagione”, ha sottolineato. L’obiettivo è passare da 2,5 milioni di presenze fuori stagione nel 2023 ad almeno 2,7 milioni nel 2024, su un totale di 16 milioni registrate l’anno scorso.

Il turismo da 30 mila euro al giorno per persona

Ma non c’è solo il turismo balneare. Cuccureddu ha acceso i riflettori anche su un comparto spesso sottovalutato: la cantieristica navale da diporto. “Un mondo che genera fino a 30.000 euro al giorno per persona, contro i 3.000 di un hotel a cinque stelle”, ha spiegato. Nei distretti di Cagliari, Olbia e Arbatax, sono in fase di insediamento 20 nuove imprese. Per questo, ha annunciato, sarà fondamentale investire nella formazione di personale specializzato.

Cambiare mentalità ora

Tra le proposte in campo anche la creazione di un marchio turistico unico per la Sardegna, costruito intorno alla DMO regionale, e la possibile ricostituzione dell’Isola, lo storico istituto di lavoro artigiano soppresso vent’anni fa. “Il turismo può diventare il vero motore del PIL sardo – ha concluso Cuccureddu – ma serve un cambio di mentalità. E serve adesso.”

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