
Franco Cuccureddu, assessore regionale al Turismo della Sardegna, ha le idee chiare: è ora di ribaltare il paradigma turistico dell’isola. Non più una meta esclusivamente balneare e stagionale, ma una destinazione ricca di opportunità per 12 mesi l’anno. “Il turismo è il cuore della Sardegna, ma oggi rischia di diventare un lavoro precario e senza prospettive – ammette – abbiamo fallito con l’idea delle stagioni di spalla. Invece di allungare la stagione, si è accorciata. Questo ha portato molti giovani a non vedere più il turismo come un settore in cui costruire il proprio futuro”.
Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: convitti scolastici chiusi per mancanza di iscritti e un settore che fatica a trattenere talenti. “Possiamo competere con i Caraibi o le Maldive per quanto riguarda il mare, ma abbiamo bisogno di valorizzare anche il resto. L’offerta turistica non può essere più solo quella balneare. Chi vuole andare al mare ad aprile o maggio od ottobre sceglie i climi più caldi del nostro”.
Per Cuccureddu, il rilancio passa attraverso un cambiamento radicale: posizionare la Sardegna come destinazione attrattiva anche nei mesi non caldi. “Il Capodanno, la Settimana Santa, il Carnevale, ma anche eventi culturali e gastronomici possono trasformare l’isola in una meta di riferimento per le vacanze fuori stagione – spiega -abbiamo già visto i primi successi con gli eventi di Capodanno, e ora siamo pronti a replicare con il Carnevale e le tradizioni pasquali. Ogni mese può diventare un’occasione per accendere i riflettori sulla nostra isola”.
Un altro pilastro della strategia di Cuccureddu è l’uso dei dati e della tecnologia. Grazie all’Osservatorio regionale del turismo, la Sardegna sta adottando strumenti innovativi, come l’intelligenza artificiale, per raccogliere e analizzare informazioni sui flussi turistici. “Non basta sapere quante persone arrivano o da dove provengono. Ora monitoriamo tutto: dai biglietti venduti nei musei ai consumi idrici, fino alle spese effettuate con carta di credito”.
Questa mole di dati consente previsioni accurate sui comportamenti dei turisti e permette di pianificare campagne mirate, come quella rivolta al mercato spagnolo. “Abbiamo realizzato uno spot innovativo, giocando sui legami storici e culturali tra la Sardegna e la Spagna. È così che si costruisce un turismo di qualità: conoscendo il target e parlando la sua lingua”, aggiunge. Qualcosa di decisamente diverso dagli spot finora realizzati dalla Regione che avevano finalità di comunicazione più generiche, con un classico racconto sulla bellezza e la tradizione, una sventagliata di paesaggi verdi e blu e l’immancabile musica epica. “Cose che possono andare bene per le fiere turistiche in giro per il mondo ma per raggiungere le persone a casa loro, tramite social o altri strumenti di questo tipo, è necessario incuriosirli”.
L’assessore non si ferma ai dati. Per lui, un altro nodo cruciale è la regolamentazione delle strutture ricettive. “Abbiamo troppi alloggi in nero e una formazione insufficiente nel settore extra-alberghiero – denuncia – Il turismo non può essere un piano B per chi vuole avere un’altra fonte di reddito familiare. L’improvvisazione la paghiamo cara in termini di reputazione. Serve formazione, investimenti e regole chiare. Chi accoglie i turisti deve farlo con competenza e visione. Il punto focale è che se la Sardegna ha un costo medio più alto di altre mete balneari italiane per molte ragioni, tra cui ovviamente i trasporti, allora è necessario alzare il livello dei servizi e mantenere impeccabile quello paesaggistico. Il turista deve andar via con la consapevolezza che ha speso una certa quantità di soldi abbastanza alta, ma che comunque ne è valsa la pena per quello che ha visto e per come è stato trattato”.
Inevitabile il riferimento alla gestione del flusso turistico: “La Sardegna è percepita come una destinazione cara, ma questo ci protegge anche dall’overtourism. Tuttavia, dobbiamo migliorare la comunicazione: il turista deve sapere cosa aspettarsi prima di arrivare”. Con una visione ambiziosa e un piano dettagliato, Franco Cuccureddu punta a trasformare la Sardegna in una destinazione turistica di eccellenza. “Non siamo solo mare. Siamo storia, cultura, natura e tradizione. È tempo che il mondo lo scopra”, promette.
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