
Era ora. «Dopo anni di battaglie, finalmente la Farmacia dei servizi entra nell’architrave della sanità sarda. È una grande soddisfazione, frutto di un lavoro lungo e condiviso, che ha ottenuto il voto unanime della Commissione». Pierluigi Annis, presidente di Federfarma Sardegna, commenta così l’approvazione ufficiale di un progetto che in altre regioni è realtà da tempo.
Il via libera al modello delle farmacie come presìdi sanitari territoriali segna l’inizio di un percorso atteso. «Abbiamo chiesto un finanziamento di un milione l’anno, cifra minima rispetto ai 5 miliardi della sanità sarda, ma sufficiente per partire con i progetti pilota», spiega Annis.
I dati da fuori regione parlano chiaro: «Con l’elettrocardiogramma in farmacia, le liste d’attesa sono calate anche del 40%. E il vantaggio maggiore arriva dalla presa in carico dei cronici, come i diabetici: oggi il grosso della spesa è per ospedalizzazioni evitabili. Con un piccolo investimento si può ridurre questa voce del 10-20%».
Qualora la Regione dovesse stanziare 1 milione di euro, questa cifra rappresenterebbe lo 0,02 per cento del totale che spende l’ente per la sanità. Il rapporto spesa/resa è decisamente a favore della Farmacia dei servizi.
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