
Andrea Puppo, 22 anni, nato e cresciuto a Genova, racconta il suo percorso nel mondo del ping pong nazionale. Primo nel ranking nazionale da marzo 2025, Andrea è reduce dalla vittoria del campionato a squadre con la società TT Sassari, che l’ha visto assoluto protagonista. Grazie alla sua vittoria, la squadra si è assicurata la vittoria del primo titolo nazionale della sua storia.
Sei stato il protagonista assoluto della finale scudetto a squadre del campionato A1. La definiresti la tua più grande soddisfazione sportiva da quando giochi?
Sicuramente una delle più importanti. La metto in top due insieme ai campionati giovanili del 2022. Da inizio anno, ho sempre avuto la fiducia della società e mi sono sempre sentito fondamentale. Il TT Sassari mi ha messo subito al centro del progetto, facendomi giocare tutte le partite della stagione.
Sei il numero uno del tennistavolo in Italia. Ti aspettavi di raggiungere un livello simile a soli 22 anni?
Sinceramente si. All’età di diciotto anni sono arrivato nella top ten italiana. Ho sempre avuto un ottimo livello nella disciplina. Quest’anno ho giocato tutte le partite mantenendo una continuità non indifferente nei risultati. Il primato nazionale è stato il risultato di un grande percorso che ho guadagnato e sudato sul campo.
A marzo 2025 ti laurei campione italiano U21. Cosa ha significato per te questa vittoria?
E’ stata una rivalsa personale. Ci tenevo tanto. Gli ultimi due anni non sono stati facili poiché nel 2023 ho subito un infortunio che mi ha tenuto lontano dai tavoli per un po’, mentre l’anno scorso sono stato eliminato in semifinale da Giovannetti, atleta della società Messina. E’ un’atleta che rispetto tanto che al momento si trova nella top ten italiana di ping pong.
Dei cinque titoli nazionali vinti nel settore giovanile, qual è stato il più significativo?
L’ultimo. E’ stato il più competitivo, con atleti preparati che mi hanno messo in seria difficoltà. Il livello agonistico è aumentato tanto negli ultimi due anni e i professionisti della disciplina sono cresciuti nettamente rispetto agli anni precedenti. Questo mi stimola a migliorare e a tenere sempre un buon livello di gioco.
Che tipo di sacrifici hai affrontato per arrivare al livello in cui ti trovi oggi?
I sacrifici più importanti sono iniziati all’età di quattordici anni, quando sono entrato stabilmente in Nazionale.
Tutti i weekend giravo nella Penisola per le partite. Non è stato facile all’inizio combaciare gli impegni scolastici con quelli sportivi. A 17 anni poi, arriva la seconda parentesi più importante della mia vita: lascio Genova e mi trasferisco a Terni nel Centro Federale Tennis Tavolo, in cui si allenano i migliori atleti della disciplina. Era l’ultimo anno delle superiori, mi allenavo cinque volte alla settimana cinque ore al giorno. Essendoci ancora la scuola da concludere appunto, ho dovuto organizzare la mia vita anche sugli impegni scolastici.
C’è un atleta internazionale a cui ti ispiri?
Mi piace molto Darko Jorgic, atleta sloveno nei primi quindici al mondo. Come me, esegue il servizio di rovescio e lo reputo un mio grande punto di riferimento.
Che obiettivi sportivi hai per il futuro?
Il mio obiettivo più grande è sicuramente arrivare alle olimpiadi di Los Angeles 2028. Penso sia ancora prematuro parlare della vittoria di una possibile medaglia, ma lavorerò duramente per dare il meglio di me.
Mi piacerebbe inoltre vincere il titolo italiano assoluto e puntare alla top 100 mondiale di tennis tavolo.
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