Bandiere blu: Sardegna ai margini delle classifiche europee nonostante un mare eccellente

La Pelosa a Stintino

Nel 2025 la Sardegna ha ottenuto 16 località Bandiera Blu, corrispondenti a circa 30 spiagge premiate. Il dato rappresenta il 6,5% del totale nazionale italiano, composto da 246 località. L’isola presenta una linea costiera superiore a 1.800 chilometri, in gran parte non urbanizzata, e comprende aree protette come il Parco Nazionale dell’Asinara e l’Area Marina di Tavolara.

La popolazione dell’isola è di circa 1,6 milioni di abitanti distribuiti su una superficie di oltre 24.000 km². Nel confronto con altre regioni costiere e insulari del sud Europa, la Sardegna presenta un numero inferiore di spiagge premiate. Creta, con una superficie di circa 8.300 km² e una popolazione stimata in 600.000 abitanti, ha ottenuto oltre 130 Bandiere Blu. Le Baleari, con una popolazione di circa 1,2 milioni e una superficie di 5.000 km², contano circa 60 spiagge premiate. L’Algarve, in Portogallo, registra circa 85 riconoscimenti, a fronte di 450.000 residenti.

Le Canarie (Spagna) contano circa 50 Bandiere Blu e una popolazione di oltre 2 milioni. La Corsica, invece, si colloca su valori simili a quelli sardi, con circa 10 spiagge premiate.

Coste poco urbanizzate ma accessibilità limitata

Il livello di urbanizzazione delle coste sarde risulta tra i più bassi dell’Europa meridionale. In diverse aree costiere non si riscontrano grandi centri urbani né insediamenti intensivi. Alcune delle zone più estese dell’isola restano a basso impatto antropico anche durante la stagione turistica.

Sul piano dell’accessibilità, tuttavia, i collegamenti con il resto d’Europa sono limitati. La maggior parte dei voli diretti è stagionale e concentrata nei mesi di luglio e agosto. Le rotte invernali sono ridotte e collegate in larga parte a scali italiani. I porti principali (Cagliari, Olbia, Porto Torres) garantiscono trasporti marittimi regolari, ma con costi spesso più alti rispetto ad altre rotte mediterranee.

La densità turistica, rispetto a regioni come le Baleari o l’Algarve, è medio-bassa. La concentrazione dei flussi si verifica in poche settimane centrali dell’estate. Alcuni litorali risultano difficilmente raggiungibili con mezzi pubblici. In numerose località costiere l’unico collegamento praticabile resta quello su gomma.

Servizi ambientali disomogenei lungo la costa

Secondo i criteri della Foundation for Environmental Education (FEE), la Bandiera Blu valuta, tra gli altri elementi, la qualità delle acque, la gestione ambientale, i servizi offerti e la sicurezza delle spiagge. In Sardegna, numerose località con elevati standard paesaggistici non risultano candidate al riconoscimento.
Tra i principali fattori, si rileva la presenza non uniforme di impianti di depurazione aggiornati, sistemi integrati di raccolta differenziata e strutture balneari certificate. In molte aree rurali e in piccoli comuni costieri non esistono ancora protocolli locali per la candidatura. L’adesione ai criteri FEE richiede procedure amministrative che variano da comune a comune.
Le strutture turistiche certificate con marchi ambientali riconosciuti a livello europeo (come Ecolabel o EMAS) risultano in numero limitato. La presenza di servizi come accessi per disabili, punti di informazione ambientale, salvamento attivo e monitoraggi regolari delle acque varia sensibilmente tra le diverse località.

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Alcuni operatori turistici attivi nel Nord Europa o in Francia citano l’isola tra le mete “autentiche” o “meno urbanizzate”, ma non compaiono riferimenti sistematici a certificazioni ambientali, reti europee di turismo verde o pratiche di gestione eco-compatibile. Le collaborazioni interregionali con altre zone europee premiate dalla FEE, come l’Algarve o le isole Ionie, non risultano attive. Le iniziative di scambio, formazione o gemellaggio ambientale restano episodiche e non coordinate a livello istituzionale.

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