DICE MONTALBANO. Atlantide è mai esistita? È stata un'invenzione di Platone o possiamo trovare elementi di verità?

Atlantide

Secondo le descrizioni, Atlantide era un luogo incantevole, abitato da persone gentili, creative e intelligenti, che diedero vita a una delle società più straordinarie di sempre. Le sue città erano meraviglie architettoniche, con torri che si innalzavano verso il cielo, collegate da canali di acque cristalline. Dai suoi porti salpavano navi che solcavano il mare per rifornire gli artigiani, scambiando beni e cultura. Le straordinarie conquiste del mondo antico e le civiltà più avanzate, dall’antico Egitto all’Oriente, furono ispirate da questa civiltà. Tuttavia, un’immensa tragedia, un cataclisma di proporzioni colossali, cancellò questo paradiso dalla geografia. Terremoti, eruzioni vulcaniche e maremoti distrussero le torri, affondarono le navi e causarono un olocausto catastrofico. Oggi, ciò che rimane di Atlantide sono solo le tracce letterarie lasciate da Platone.
La storia di Atlantide ha origine con il filosofo greco Platone che nel 410 a.C. divenne discepolo di Socrate e nel 386 fondò la sua scuola. Era molto noto tra i suoi contemporanei e oggi è considerato uno dei più grandi pensatori della storia. Platone insegnava coinvolgendo i suoi studenti in dibattiti e scrisse opere filosofiche sotto forma di dialoghi immaginari tra Socrate e i suoi allievi. I personaggi coinvolti erano autentici, anche se vissuti in epoche diverse. È come se, in una serata, si riunissero Giulio Cesare, Ramses, Gandhi, Hammurabi e Napoleone per discutere su un tema comune.

Timeo e Crizia

Platone utilizzava una tecnica simile per stimolare e insegnare i suoi lettori. Atlantide è narrata in due dei suoi dialoghi: “Timeo” e “Crizia”. Nel “Timeo”, Socrate discute della società “perfetta”, richiamando il suo famoso dialogo “Repubblica”, scritto qualche anno prima, dove delinea le caratteristiche di questa società ideale, in cui artisti e uomini sposati dovrebbero essere separati dalla classe militare, la quale, a sua volta, dovrebbe essere composta da individui compassionevoli, educati alla ginnastica e alla musica, vivendo in comunità senza possedere ricchezze o proprietà privata. Tuttavia, Socrate esprime scetticismo riguardo alle discussioni della “Repubblica” e desidera sapere come questa società affronti le sfide delle altre città. A questo punto, Crizia racconta una storia affascinante, ma vera, che gli è stata narrata da suo nonno durante una festa. Il nonno l’aveva appresa dal padre, Dropides, che a sua volta l’aveva ascoltata dal saggio Solone, il quale l’aveva udita dai sacerdoti egizi durante una visita in Egitto, poco dopo il 600 a.C. Questa storia è quindi una tradizione orale tramandata per circa 200 anni.
Secondo il racconto, i sacerdoti rivelarono a Solone che i Greci erano come fanciulli, ignari dei cataclismi che avevano colpito l’umanità nei tempi antichi. Gli parlarono poi dell’antica Atene, una città valorosa in guerra e governata da leggi giuste, che funge da modello per per descrivere lo Stato ideale.

Gli Atlantidei

I sacerdoti narrarono a Solone le gesta eroiche di questa città, che aveva sconfitto una grande potenza invasore proveniente dal mare Oceano, con un’isola davanti alla sua bocca, nota come le Colonne d’Ercole. L’antica Atene riuscì a sottomettere la potente Atlantide, che dominava le regioni nordafricane fino all’Egitto. Dopo la sconfitta, Atlantide fu distrutta da un catastrofico evento, caratterizzato da terremoti e maremoti, che colpì anche l’antica Atene.
Dopo questo racconto, Crizia passa la parola a Timeo, che offre una dettagliata spiegazione della sua teoria sull’origine dell’universo. Nel dialogo successivo, Crizia riprende la parola, avendo ascoltato con attenzione la descrizione del suo maestro riguardo alla società perfetta, e riconosce che l’antica Atene condivide molte somiglianze con la società ipotizzata da Socrate. Crizia descrive anche Atlantide, originariamente abitata da Poseidone/Nettuno e da una donna mortale di nome Clito, che generò cinque coppie di gemelli maschi. Tutti gli Atlantidei discendevano da questi dieci uomini, che divennero molto potenti e costruirono una città di 24 km di diametro, caratterizzata da anelli concentrici di terra e cerchi d’acqua. Atlantide era adornata da palazzi, grandi canali, torri e ponti, e i suoi abitanti producevano beni di prestigio, commerciando con una flotta navale di 1200 navi. Il loro esercito disponeva di 10.000 bighe, e l’impero e la sua influenza nel mondo crebbero esponenzialmente.

La rivale Atene

Tuttavia, col passare del tempo, la discendenza divina degli antenati si indebolì, mentre quella umana divenne predominante, portando alla decadenza della civiltà e alla corruzione degli abitanti. Il dialogo narra che Zeus/Giove, la principale divinità greca, decise di punire gli Atlantidei per la loro arroganza nel voler dominare il mondo. Riunì quindi gli altri dei per discutere il suo piano. Tuttavia, il dialogo si interrompe a causa della morte di Platone.
La storia fa riferimento a un’antica Atene, l’eroina che si oppone all’impero decaduto di Atlantide, la cui sconfitta illustra il funzionamento della società ideale proposta da Socrate. Platone descrive Atlantide come un impero corrotto e arrogante, dotato di tecnologie avanzate e intento a dominare il mondo con la forza. A contrastare questa potenza c’è l’antica Atene, un gruppo di uomini spiritualmente puri e incorruttibili, guidati da solidi principi morali. Minacciati da forze nemiche superiori, gli ateniesi riescono a prevalere grazie alla forza del loro spirito.
Si suppone che Atlantide sia stata distrutta più di 9300 anni prima che Crizia la raccontasse, ossia nel 9600 a.C., ma non è mai stato trovato alcun riferimento che somigli alla storia di Atlantide prima che Platone scrivesse questi dialoghi, circa nel 350 a.C. Non ci sono dati sulla storia di Atlantide nemmeno in Egitto, dove sembra che la storia fosse stata raccontata a Solone, né in alcun altro posto.

Il racconto si basa su fatti realmente accaduti?

Sebbene la storia era stata raccontata per la prima volta durante una festività pubblica e sebbene Crizia dichiari nel dialogo che il bisnonno ne possedeva una versione scritta, Atlantide non viene menzionata in nessun’altra opera della letteratura greca. Il nome Atlantide nel Timeo è il primo riferimento storico al luogo. I 9300 anni intercorsi fra la supposta distruzione di Atlantide e il Timeo di Platone sono completamente muti, tuttavia, Platone fa dire a Crizia che la storia è vera.
C’è da dire che ogni mito che Platone racconta nei suoi dialoghi è introdotto dall’affermazione che esso corrisponde al vero. Non è solo il racconto di Atlantide, ma anche le storie del paradiso e dell’inferno, ossia le Isole dei Beati e il Tartaro, nel Gorgia, dell’immortalità e della reincarnazione nel Menone, dell’antichità nelle Leggi, e della vita dopo la morte nella Repubblica. Tutte hanno un’introduzione che ne attesta l’autenticità, ma questa non è testabile, come quando Crizia racconta di Atlantide, una civiltà posta a grande distanza spazio-temporale dalla sua Atene, i cui resti giacciono in fondo all’Atlantico, e che i Greci dell’epoca di Platone non potevano certo verificare. Allo stesso modo, anche l’antica Atene viene opportunamente distrutta, vanificando, quindi, qualsiasi ricerca da parte dei suoi contemporanei.
Ora riflettiamo su una questione: se la storia di Atlantide è un mito, aveva almeno come base un fatto o una serie di eventi reali? Ne parlerò nella seconda parte.

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