Diga del Liscia: approvato il progetto per una nuova minicentrale idroelettrica

Lago Liscia

La Regione ha dato il via libera al progetto di rinnovamento della minicentrale idroelettrica situata sulla diga del Liscia, nel Comune di Luras, in Gallura. L’intervento è stato approvato dalla giunta regionale su proposta dell’assessora all’Ambiente, Rosanna Laconi, e sarà realizzato da ENAS (Ente Acque della Sardegna). L’obiettivo è chiaro: produrre energia rinnovabile destinata all’autoconsumo pubblico, con benefici diretti per la gestione delle risorse idriche e per l’intero territorio regionale.

Un impianto che rinasce

La centrale idroelettrica esistente, mai entrata realmente in funzione, verrà completamente riqualificata dal punto di vista tecnico e architettonico. Il progetto prevede l’installazione di tre nuovi gruppi di generazione, capaci di sfruttare una portata d’acqua pari a 7,2 metri cubi al secondo. La produzione annua stimata si attesta intorno ai 4.921 MWh. Un volume energetico rilevante, che sarà interamente utilizzato per alimentare infrastrutture pubbliche strategiche. Questa scelta consente di valorizzare un impianto già esistente, riducendo al minimo l’impatto ambientale legato a nuove costruzioni e contribuendo, al tempo stesso, a un modello energetico più sostenibile e autosufficiente.

Energia per il sistema idrico

Tutta l’energia prodotta sarà destinata all’autoconsumo da parte di ENAS, con l’obiettivo di sostenere la rete idrica regionale. Questo significa coprire, almeno in parte, i fabbisogni energetici degli impianti di pompaggio e trattamento dell’acqua, con ricadute dirette sulla riduzione dei costi operativi e sull’impronta ecologica dell’intero sistema. In un contesto in cui il consumo di energia per la gestione dell’acqua è una voce significativa del bilancio, questo progetto rappresenta una risposta concreta sia dal punto di vista economico che ambientale.

Infrastrutture sostenibili

«Si tratta di un progetto che unisce riqualificazione e sostenibilità», ha dichiarato l’assessora Laconi. «Recuperare un impianto esistente significa evitare consumo di suolo, contenere l’impatto ambientale e al tempo stesso offrire una risposta concreta alla necessità di energia pulita. Le infrastrutture pubbliche devono diventare protagoniste attive della transizione ecologica, e questo intervento ne è un esempio chiaro.» La scelta di investire su impianti pubblici esistenti dimostra anche un approccio responsabile alla gestione del patrimonio infrastrutturale regionale, troppo spesso sottoutilizzato.

Conclusione entro cinque anni

I lavori di realizzazione saranno completati entro un arco temporale massimo di cinque anni. Durante questo periodo saranno svolti tutti gli adempimenti autorizzativi previsti dalla normativa vigente, con il coinvolgimento diretto degli enti preposti alla vigilanza e alla tutela del territorio. Tra questi: il Comune di Luras, il Servizio tutela del paesaggio, il Corpo forestale di vigilanza ambientale e l’ARPAS (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente). Il monitoraggio costante garantirà che l’intervento proceda nel pieno rispetto degli standard ambientali e paesaggistici.

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