
Nicola Bartolini, 29 anni, originario di Quartu Sant’Elena, è un ginnasta riconosciuto su scala nazionale e internazionale. Unico italiano della disciplina ad aver vinto un oro mondiale nel 2021, Nicola punta alle olimpiadi di Los Angeles del 2028. Un esempio di grande perserveranza, disciplina e talento, l’obiettivo è sempre lo stesso: far bene e provare a vincere una medaglia per la Nazionale italiana.
Nel 2021 ti laurei campione del mondo a Kitakyushu. Sei il primo italiano a riuscirci nella tua disciplina. Che percorso c’è stato per arrivare a questo risultato?
Dopo un lungo infortunio nel 2020, vinco il bronzo all’Europeo del 2021. In seguito a un confronto con i miei allenatori, abbiamo capito che quella era la strada corretta da seguire per arrivare a obiettivi più grandi a livello mondiale.
La vittoria dell’oro mondiale è un risultato che ancora non mi spiego. E’ arrivato tutto in maniera totalmente inaspettata.
I festeggiamenti sono durati pochissimo e infatti qualche giorno dopo, ho ripreso subito gli allenamenti in palestra in vista della competizione olimpica.
Nel 2016, un grave infortunio ti impedisce di partecipare ai giochi olimpici. Cos’hai provato in quel momento di stallo?
A maggio 2016, è arrivato il primo infortunio della carriera. Mi sono rotto la spalla e ho dovuto rinunciarvi. E’ stato un boccone amaro da digerire, ma chi fa sport a livello agonistico sa bene quali sono i rischi a cui si va incontro e, molto spesso, arrivano quando meno te lo aspetti.
Il tuo percorso nel mondo della ginnastica inizia molto presto: all’età di quattro anni. Quando hai capito che questa sarebbe stata la tua professione?
Quando, all’età di 12 anni, ho scelto di rinunciare a una vita ordinaria per partire a Milano. Facevo otto ore di allenamento tra mattina e pomeriggio e la sera studiavo in una scuola privata. Essendo minorenne, assieme ad altri quattro ragazzi selezionati come me, sono stato affidato a un tutore legale in un albergo della città. Il primo anno ho pianto parecchio, lasciare la mia famiglia e i miei amici così precocemente non è stato facile. Una volta che mi sono abituato ai ritmi, ho proseguito con la consapevolezza che questa sarebbe stata la mia strada e la mia futura professione.
Nel 2018, dopo aver conquistato due bronzi a Doha e Osijek, un altro infortunio ti impedisce di gareggiare ai campionati nazionali assoluti. E’ un’amarezza che pensi si possa paragonare alle mancate olimpiadi del 2016? Come hai reagito in questo caso?
Ho avuto un infortunio al menisco che mi ha tenuto lontano dalla palestra qualche mese. L’amarezza del primo infortunio non è paragonabile al secondo. Sono riuscito a proseguire comunque la sala pesi, al contrario del primo infortunio alla spalla in cui sono rimasto fermo senza poter fare nulla.
Che obiettivi hai per il futuro?
Se mi avessero fatto questa domanda qualche anno fa avrei risposto la vittoria di una medaglia olimpica. Dopo la doppia operazione al ginocchio fatta nel 2023, vorrei arrivare integro alle olimpiadi di Los Angeles del 2028. Il sogno è sempre quello di portare a casa una medaglia. Dopo l’olimpiade di Parigi dello scorso anno, ho capito quanto l’olimpiade sia una competizione a parte rispetto alle altre, sia a livello emotivo sia a livello di responsabilità.
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