
Microcredito e inclusione sociale: questi i temi centrali del convegno di Cisl e Anolf Sardegna. Il dibattito “Microcredito e inclusione, strumenti finanziari per l’integrazione degli immigrati” si è tenuto questa mattina al Banco di Sardegna di Cagliari e ha visto diversi interventi utili a comprendere meglio lo strumento del microcredito e i suoi utilizzi per l’inclusione di categorie fragili.
Ad aprire l’incontro è stato il segretario generale di Cisl Sardegna, Pier Luigi Ledda, che ha sottolineato: “Parlare di microcredito, di finanza inclusiva, di strumenti di cittadinanza economica significa parlare di persone, di bisogni reali, di opportunità possibili. La Cisl non vuole stare a guardare, intende sostenere un progetto di cambiamento, che costruisca una prospettiva nuova in Sardegna e per le persone che la abitano”.
A seguire, per rappresentare la Città metropolitana di Cagliari, l’assessora alla salute e benessere delle cittadine e dei cittadini, Anna Puddu, ha tenuto i saluti istituzionali: “L’obiettivo dell’amministrazione è quello di ripartire da concetti che sono sanciti dalla nostra carte costituente. Vorremmo fare di Cagliari una città dell’accoglienza, una città dei diritti. Stiamo cercando di metterci in rete sia sulle politiche sociali, ma anche sulle politiche abitative e quelle del lavoro, in modo da garantire quello che la politica è chiamata a svolgere: la forma più alta di solidarietà verso i cittadini e le cittadine”.
Il primo panel “Microcredito e microfinanza: strumenti per costruire integrazione e sviluppo”, moderato dal giornalista Sergio Nuvoli, ha visto gli interventi di Marco Paoluzi, responsabile area credito banche, Ente nazionale per il Microcredito e Giuseppe Pirisi, responsabile microcredito Banco di Sardegna. Genet Woldu Keflay, presidente di Anolf Sardegna, ha presentato l’associazione e il suo impegno per quanto riguarda il microcredito e l’inclusione. È stato dato spazio alle testimonianze delle persone che hanno visto il progetto in azione: Mohamed Gaye (Costa d’Avorio), Munara Sydykova (Kirghizistan) e suor Pierina Careddu, direttrice della Caritas della Diocesi di Nuoro.
Tutti gli interventi hanno evidenziato quanto il microcredito possa aiutare le persone che non possono avere accesso al sistema creditizio bancario “tradizionale” per ottenere delle opportunità e un’integrazione sociale maggiore. Soprattutto per quanto riguarda le categorie più fragili: donne, giovani e immigrati, l’accesso a questo tipo di servizio, sostengono i relatori, può fare la differenza; tuttavia è necessaria anche la consulenza da parte degli operatori finanziari e un aiuto volto a guidare chi non ha familiarità con finanza ed economia.
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