LA RUBRICA. La funzione dei nuraghi arcaici

Talei – Sorgono

I 14 nuraghi arcaici del tipo senza torre costruiti sulla Giara di Siddi e un centinaio della stessa tipologia sistemati ai bordi della Giara di Gesturi formavano un tracciato di demarcazione del territorio nell’età del Bronzo Medio e, verosimilmente, erano già utilizzati dal Bronzo Antico se non dal Calcolitico. In decine di altre aree dell’isola sono rilevabili raggruppamenti di protonuraghi che circoscrivono territori ben definiti. Insieme all’amico Marcello Onnis, abbiamo cercato di capire come le antiche comunità/clan dell’età del Rame e dell’età del Bronzo utilizzassero questi monumenti per contrassegnare e dominare il loro territorio. L’analisi della visibilità, uno degli aspetti più innovativi dello studio, ha rivelato che i nuraghi non erano progettati per essere visti da grandi distanze, ma per stabilire connessioni visive all’interno di aree specifiche.

Attraverso tecniche di studio del paesaggio, considerando fattori come la distanza e le dimensioni degli edifici, abbiamo concluso che queste strutture formavano una fitta rete di interconnessione visiva. Piuttosto che essere punti di riferimento visibili per l’intera regione, i nuraghi arcaici sembrano essere stati dei marcatori interni destinati a rafforzare la coesione territoriale e sociale delle comunità/clan. Questo schema suggerisce che il paesaggio è stato trasformato non solo come spazio di sfruttamento economico, ma anche come ambiente simbolico.

Nel Bronzo Recente, quando si sviluppa la struttura a torre, i nuraghi sono notevolmente più grandi e ricchi di reperti, il che potrebbe riflettere una gerarchia sociale più marcata. Al contrario, sulle Giare e in altri contesti più piccoli, i nuraghi sono strategicamente posizionati sui bordi degli altipiani per massimizzare la loro visibilità immediata.

Il territorio dei clan nuragici

Non abbiamo trovato una relazione coerente tra le dimensioni dei nuraghi e la loro posizione in aree prominenti del paesaggio, e ciò rafforza l’idea che la monumentalità di questi siti non mirasse a distinguersi individualmente, ma come parte di un sistema collettivo. I monumenti costituirebbero un elemento identificativo della comunità stessa, non identificabile da gruppi esterni ed estranei ad essa. Questa ipotesi è in linea con l’esistenza di diversi gruppi, probabilmente legati a differenti nicchie ecologiche o alvei fluviali. La conclusione è che i risultati della ricerca suggeriscono che i nuraghi arcaici furono progettati per delimitare il territorio posseduto da una (o più) comunità.
Un altro elemento interessante è la connessione tra le vie di comunicazione coincidenti con l’ubicazione dei nuraghi. Nella ricerca abbiamo avuto modo di riscontrare in diverse zone geografiche che il posizionamento di ogni nuraghe coincide con l’accesso tra due vallate, specificatamente con il valico che mette in comunicazione la vallata in cui scorre il fiume con la collina che ospita la comunità/clan. Non può essere una coincidenza, è sicuramente una cosa voluta. Chi entra e chi esce da una comunità deve passare, con le greggi o con le mercanzie, in prossimità del nuraghe di confine, e quindi deve essere autorizzato al transito.
Una nota di chiusura possiamo dedicarla alla tutela di questi millenari monumenti identitari poiché il paesaggio megalitico determinato dai nuraghi, nonostante il suo valore storico, deve affrontare sfide significative. L’erosione naturale e le attività umane, in particolare l’agricoltura intensiva, hanno gravemente compromesso la conservazione di molti edifici.
prova
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