La Sardegna al bivio energetico: tra eolico e ambizioni fossili

Pale Eoliche

La Sardegna è oggi al centro di una battaglia energetica che intreccia logiche locali e interessi globali. L’isola, con le sue coste turchesi e il suo entroterra selvaggio, affronta una scelta cruciale: abbracciare l’energia eolica, criticata da molti per il suo impatto sul paesaggio, o tornare ai combustibili fossili, mascherati da soluzioni “sicure” e “pulite.”

Un’isola sotto i riflettori

Questo scontro locale si inserisce in un più ampio dibattito internazionale, alimentato anche dalle parole del presidente americano Donald Trump. In più occasioni, Trump ha definito le turbine eoliche un disastro, sia ambientale che economico. “I mulini a vento invadono il nostro paese. In pochi anni diventano spazzatura: arrugginiscono e marciscono,” ha dichiarato, aggiungendo che smaltirli è troppo costoso e che finiscono per deturpare il paesaggio.

Trump ha poi attaccato i costi dell’energia eolica, definendola “la più cara, sostenuta solo grazie ai sussidi statali.” Ha invece elogiato il gas naturale, descritto come “più economico, più sicuro e più pulito.” Queste dichiarazioni, benché pronunciate a migliaia di chilometri dalla Sardegna, trovano eco nel dibattito locale, dove una parte dell’opinione pubblica guarda con sospetto ai grandi progetti eolici.

Il mito del gas naturale

Dietro la critica alle rinnovabili, spesso si nasconde una narrazione più pericolosa: il gas naturale come soluzione ideale. In realtà, le emissioni di metano e gli impatti devastanti delle infrastrutture per il gas lo rendono tutt’altro che sostenibile. In Sardegna, questa retorica rischia di trasformarsi in una trappola, spianando la strada a una nuova dipendenza dai combustibili fossili.

Una scelta che segna il futuro

La Sardegna conosce bene lo sfruttamento: per secoli è stata trattata come una risorsa da saccheggiare, non come una terra da rispettare. Oggi la storia rischia di ripetersi, questa volta nel settore energetico. Dire “no” alle rinnovabili senza proporre alternative sostenibili significa consegnare il destino dell’isola nelle mani delle solite multinazionali del fossile, pronte a colmare il vuoto con i loro interessi. Il futuro della Sardegna si gioca sulla capacità di separare le promesse vuote dalle vere opportunità. Il vento potrebbe diventare una forza di trasformazione, ma solo se sarà la Sardegna a governarlo, e non chi ha sempre tratto profitto dalla sua terra.

 

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