Lavoro stagionale in Sardegna: più investimenti, ma i salari restano troppo bassi

Lavoro stagionale

Non bastano più gli incentivi alle assunzioni per garantire la tenuta del settore turistico stagionale in Sardegna. A sostenerlo è l’assessora regionale al Lavoro, Desirè Manca, che richiama l’attenzione sull’urgenza di aumentare tutele e retribuzioni, in un contesto economico segnato dall’inflazione e dal crescente disagio sociale.“Nel 2024 abbiamo stanziato 40 milioni di euro per sostenere l’occupazione nel comparto turistico e a breve pubblicheremo un nuovo bando da 22 milioni – ha dichiarato Manca –. Ma questi fondi non sono sufficienti se non si interviene anche sul fronte della qualità del lavoro”.
Secondo l’assessora, senza un aumento reale delle retribuzioni sarà sempre più difficile convincere i giovani a lavorare nel turismo stagionale: “L’inflazione sta mettendo a dura prova migliaia di famiglie. I salari, in particolare quelli più bassi, hanno perso potere d’acquisto, e questo non può più essere ignorato”.

Non è solo una questione di formazione

Le dichiarazioni arrivano in risposta a quanto affermato nei giorni scorsi dai rappresentanti di Iti Marina Hotels e Forte Village di Pula, che lamentavano la difficoltà di reperire personale qualificato nonostante l’applicazione dei contratti di settore.“Non possiamo attribuire questa crisi solo alla carenza di formazione – precisa Manca –. È necessario un cambio di mentalità: se i contratti non sono più allineati al costo della vita, il problema è strutturale e riguarda l’intero sistema economico”.

Sinergia tra imprese, università e Regione

Tra le risposte strategiche della Regione, l’assessora cita il progetto sperimentale Filo Sardegna, già avviato, che punta a creare un modello formativo integrato coinvolgendo direttamente imprese, associazioni datoriali e università.

“Stiamo costruendo un sistema in grado di rispondere in modo tempestivo alle esigenze di un mercato del lavoro in continua trasformazione – spiega –. Serve anticipare i cambiamenti legati alla transizione ecologica e digitale, e rafforzare le competenze delle risorse umane già presenti nelle aziende, oltre a formare nuove figure professionali”.

“Serve una presa di coscienza collettiva”

Infine, Manca lancia un appello alla collaborazione tra pubblico e privato: “La soluzione non può essere lasciata solo al singolo imprenditore o alla singola famiglia. Serve una presa di coscienza collettiva del momento economico che stiamo vivendo. Solo lavorando insieme – conclude – potremo garantire un turismo di qualità e al tempo stesso condizioni di lavoro dignitose per tutti”.

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