Nove cantine per il vino sardo: intervista a Mario Mereu, tra i promotori di “Sardinia Terroirs”

Mario Mereu, della Cantina Perda Rubia, è uno dei promotori di Sardinia Terroirs, una nuova rete di cantine che nasce per valorizzare i territori vitivinicoli dell’isola. Un progetto ambizioso che punta sulla diversità, la tradizione e la sostenibilità. Mereu racconta le finalità dell’iniziativa, che comprende nove aziende vitivinicole: Antonella Corda (Serdiana), Fradiles (Atzara), Perda Rubia (Talana), Olianas (Gergei), Vinicola Cherchi (Usini), Iolei (Oliena), Quartomoro (Marrubiu), Saraja (Telti) e Cantina Giba (Giba).

Mereu, da dove nasce questa iniziativa?

Ha esattamente l’obiettivo di valorizzare i territori, non solo per quanto riguarda il vitigno o la denominazione. I diversi territori della Sardegna sono legati a vitigni e vini differenti. Quello che cerchiamo di fare è evidenziare sul mercato nazionale e internazionale – perché quello regionale già conosce questa ricchezza – la varietà dei vini sardi. Ci sono aree vocate ai bianchi, altre ai rossi. All’interno di ogni territorio ci sono caratteristiche uniche.

Cosa vi accomuna come aziende?

La volontà di mettere insieme le specificità di ciascuno, e farle emergere. Insieme al vino vogliamo valorizzare anche la tradizione, che nel vino si riflette. Puntiamo su pratiche sostenibili, che rispettino l’ambiente e il contesto sociale. È un’iniziativa trasversale, con tratti di innovazione, perché non si limita a una sola zona, ma riguarda un macro territorio che al suo interno è composto da tante realtà diverse.

Che immagine del vino sardo volete trasmettere?

Vorremmo che fosse chiaro a chi si occupa di vino che il panorama sardo è molto ampio. Si va dalle vigne in alta montagna, a 650 metri, dove a volte si usano ancora i buoi perché non si può arrivare col trattore, fino alle zone in cui si lavora sulla sabbia. C’è una varietà estrema di territori e pratiche che si riflette nei vini. Questo è ciò che vogliamo far cogliere.

Quindi nessuna contrapposizione con i consorzi?

Assolutamente no. Ci muoveremo in maniera parallela.

Avete già in programma una presentazione ufficiale in Sardegna?

Al Vinitaly abbiamo fatto la nostra prima presentazione ufficiale fuori dalla Sardegna. A fine maggio, a Cagliari, proporremo nuovamente l’iniziativa.

C’è anche un aspetto economico in questa scelta?

Certo. Ci sono opportunità economiche che possono derivare dal promuoverci insieme. È forse una conseguenza naturale del fatto di metterci in rete.

Un progetto ambizioso, quindi.

Pensiamo sia arrivato il momento di guardare al vino sardo con una lente diversa, senza polemiche, con uno sguardo aperto e contemporaneo.

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