
Le piste ciclabili in città sono davvero inutilizzate o il problema è un altro? Il dibattito si è riacceso dopo le dichiarazioni del consigliere comunale Giuseppe Farris, secondo cui meno di cento persone al giorno userebbero le corsie riservate a bici e monopattini, rendendole di fatto un’infrastruttura superflua. “Le piste ciclabili sono state fatte per favorire la mobilità sostenibile, ma stanno rendendo insostenibile la mobilità”, ha affermato, criticando l’impatto di queste infrastrutture sulla viabilità cittadina.
Ma la consigliera Francesca Mulas, di Alleanza Verdi e Sinistra, ribalta la questione e lo fa con un post sui suoi canali social, dove contesta la narrazione di inutilità delle piste ciclabili e propone un’analisi più approfondita della situazione. “I dati ci dicono che il 54% delle persone userebbe la bici se le strade fossero più sicure”, scrive. “Non è la domanda che manca, ma le condizioni per soddisfarla”.
Secondo il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile (PUMS) del Comune, il 63 per cento degli spostamenti in città avviene in auto, con il 79 per cento delle vetture che trasportano un solo passeggero. Inoltre, il 43 per cento delle auto che attraversano Cagliari nelle ore di punta lo fanno solo per spostarsi da un comune all’altro, mentre il 42 per cento resta in città.
Le biciclette, invece, rappresentano appena lo 0,31 per cento degli spostamenti quotidiani. Un dato che, per alcuni, dimostra la scarsa utilità delle piste ciclabili. Ma per Mulas è il contrario: “Le criticità che emergono dai dati del Comune – piste brevi e discontinue, attraversamenti ciclabili poco sicuri, assenza di una rete strutturata – indicano che il vero problema è la mancanza di infrastrutture adeguate, non la loro inutilità”.
Per la consigliera, le piste ciclabili non devono essere valutate solo sulla base dell’utilizzo attuale, ma come un investimento per il futuro. “Se vogliamo ridurre il traffico e migliorare la qualità della vita, dobbiamo creare alternative sicure all’auto privata”, sottolinea. “Dire che le ciclabili non servono perché pochi le usano oggi significa ignorare il potenziale di una città più sostenibile”.
Mulas invita dunque a cambiare prospettiva. Piuttosto che rimuovere o ridurre le piste ciclabili, la soluzione sarebbe migliorarle, creando una rete più connessa e sicura. “Quando inizieremo a rispettare il diritto di tutti a spostarsi in modo sostenibile e sicuro?”, conclude nel suo post.
Il dibattito resta aperto, ma una cosa è chiara: il futuro della mobilità urbana non può essere valutato solo con i numeri del presente, ma con la capacità della città di adattarsi alle esigenze di domani.
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