
La moratoria sulle energie rinnovabili approvata a luglio scorso era illegittima sotto il profilo costituzionale. Lo ha stabilito la Consulta con una sentenza per certi aspetti poco influente: la moratoria era già stata superata dalla legge sulle aree idonee approvata tre mesi fa. E sono proprio quelle norme che oggi si applicano nella materia della installazione di impianti di produzione e stoccaggio di energia.
Scrive la Corte: “Le disposizioni regionali impugnate, in definitiva, “pur finalizzate alla tutela del paesaggio, nello stabilire il divieto di installare impianti alimentati da fonti rinnovabili, si pongono in contrasto con la richiamata normativa statale che reca principi fondamentali che, in quanto tali, si impongono anche alle competenze statutarie in materia di produzione dell’energia”.
Per la Consulta non assume poi alcun rilievo la circostanza, “sulla quale ha insistito la Regione Sardegna, che tale divieto sia temporalmente circoscritto, anche con la fissazione di un termine massimo di diciotto mesi. Il quale peraltro, al di là d’ogni altra considerazione, è di gran lunga superiore a quello, di centottanta giorni, che il decreto del 2021 prescrive per l’individuazione con legge delle aree idonee”.
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