
La Sardegna guarda al futuro con un piano ambizioso. La giunta regionale, guidata dalla presidente Alessandra Todde, ha approvato il Piano regionale di sviluppo (Prs) 2024-2029, un progetto da 7,8 miliardi di euro che punta a trasformare l’isola in un territorio innovativo, sostenibile e competitivo, senza rinunciare alla propria endemicità.
“La Sardegna non può più essere confinata a un ruolo periferico: siamo una terra con potenzialità straordinarie,” spiega Todde parlando delle linee progettuali. Il Prs, basato su obiettivi misurabili e risorse già allocate, segna una svolta rispetto al passato, affrontando problemi strutturali come isolamento geografico, dispersione demografica e fuga dei giovani talenti.
Il piano stanzia 337 milioni per le aree interne, 409 milioni per l’istruzione e 102 milioni per il reddito di inclusione sociale, mirando a contrastare disuguaglianze e isolamento sociale. Parallelamente, valorizza risorse chiave come il patrimonio culturale e i paesaggi naturali, fondamentali per costruire un futuro sostenibile e inclusivo per l’isola.
Uno dei pilastri del Prs è la transizione energetica, con l’obiettivo di fare della Sardegna un modello di sostenibilità ambientale nel Mediterraneo. Gli investimenti previsti includono 678 milioni di euro per le energie rinnovabili, 1,7 miliardi per l’efficientamento idrico e 112 milioni per la creazione di comunità energetiche, riducendo la dipendenza dell’isola dai combustibili fossili e promuovendo uno sviluppo equo e autonomo.
Il piano dedica inoltre 598,5 milioni di euro alla manutenzione stradale e al completamento della ferrovia Nuoro-Abbasanta, migliorando la mobilità interna e riducendo l’isolamento delle aree rurali. I 582 milioni per la continuità territoriale garantiscono collegamenti migliori tra l’isola e il continente, fondamentali per lo sviluppo economico e sociale.
La lotta alla “fuga dei cervelli” è un altro elemento cruciale. Il Prs prevede incentivi per il rientro dei giovani talenti, programmi di riqualificazione professionale nelle aree industriali in crisi e un sostegno concreto al lavoro femminile e giovanile. Inoltre, circa 300 milioni di euro saranno destinati alla riqualificazione di edifici e infrastrutture per famiglie in difficoltà, mentre il settore sanitario riceverà un significativo impulso con la creazione di un ospedale pediatrico e il potenziamento dell’assistenza territoriale.
Il Piano non si limita a un approccio economico, ma delinea una visione che collega le radici storiche della Sardegna alle sfide del futuro. L’isola, da millenni crocevia di civiltà, possiede un patrimonio unico fatto di nuraghi, canti a tenore e tradizioni artigianali. Con 300 milioni di euro destinati alla valorizzazione del patrimonio culturale e al turismo sostenibile, il piano punta a trasformare queste ricchezze in leve per la crescita economica e la coesione sociale.
Anche l’innovazione tecnologica occupa un ruolo centrale. Il sostegno alle startup e ai poli di ricerca sull’intelligenza artificiale mira a risolvere alcune delle criticità storiche dell’isola: dalla gestione delle risorse idriche all’ottimizzazione delle reti energetiche, fino al miglioramento dell’accesso ai servizi essenziali, con un focus particolare sulle aree interne. L’obiettivo è chiaro: integrare tradizione e modernità per dare alla Sardegna un ruolo di primo piano nella sostenibilità e nell’innovazione.
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