Sardegna, via libera ai fondi per lo sviluppo: oltre 2,7 miliardi per infrastrutture e servizi

Cantieri e Infrastrutture

Il governo ha sbloccato oltre 2,7 miliardi di euro per lo sviluppo della Sardegna. Il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) ha adottato la delibera che destina all’isola risorse già previste dall’accordo siglato lo scorso 28 novembre.

“Si compie un ulteriore passo per migliorare la qualità della vita dei cittadini sardi”, ha dichiarato la presidente della Regione, Alessandra Todde. “Con questa delibera, che auspichiamo venga pubblicata presto in Gazzetta Ufficiale, possiamo avviare il nostro piano di intervento basato su cinque priorità: acqua, edilizia pubblica, viabilità, sanità e istruzione. L’obiettivo è rafforzare le basi per uno sviluppo sostenibile ed equo del territorio”.

I fondi provengono in gran parte dal Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) 2021-2027, che destina alla Sardegna 2,3 miliardi di euro, a cui si aggiungono 415,8 milioni dal Fondo di rotazione. Con il contributo di cofinanziamenti regionali e locali, l’investimento complessivo supera i 3 miliardi di euro.

L’approvazione del Cipess segue l’accordo firmato due mesi fa a Cagliari tra la presidente Todde e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Ora si attende la pubblicazione ufficiale per avviare i progetti.

Infrastrutture e servizi

Con i finanziamenti sbloccati, la Regione punta a colmare le carenze infrastrutturali dell’isola e a migliorare i servizi essenziali per cittadini e imprese. Le priorità includono potenziamento della rete idrica, edilizia pubblica, nuove strade e investimenti in sanità e istruzione.

Ma la vera sfida inizia ora: garantire che i fondi vengano utilizzati in modo efficiente e senza ritardi burocratici. L’amministrazione regionale ha promesso un’accelerazione nei processi, ma il rischio di rallentamenti resta alto.

L’attenzione sarà sui tempi di realizzazione e sulla trasparenza nell’assegnazione dei lavori. I cittadini sardi attendono risultati concreti: il successo del piano dipenderà dalla capacità di trasformare le risorse in opere reali e funzionanti.

Se tutto filerà liscio, la Sardegna potrebbe vedere un cambio di passo nelle sue infrastrutture. Se invece la macchina amministrativa si incepperà, resterà l’ennesima occasione mancata. Ora, più che mai, le promesse dovranno tradursi in fatti.

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