
Una lieve scossa di terremoto è stata registrata poco dopo le 5 del mattino del 2 maggio 2025 nel Mare di Sardegna. Secondo quanto comunicato dalla Sala Sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), il sisma ha avuto una magnitudo di 2.6 e si è verificato a 13 chilometri di profondità, a ovest dell’isola dell’Asinara. Nessuna conseguenza, nessun allarme: l’evento non è stato percepito dalla popolazione e non ha provocato danni.
Situazioni come questa non sono nuove in Sardegna. Solo 25 giorni prima, il 7 aprile, un’altra scossa — di magnitudo 2.7 — era stata registrata nello stesso tratto di mare, sempre a una certa distanza dalla costa e anch’essa priva di effetti avvertibili. La città più vicina, Olbia, si trovava a oltre 60 chilometri dall’epicentro.
a Sardegna ha conosciuto pochissimi eventi sismici significativi. Il primo documentato risale al giugno 1616, quando un terremoto colpì la zona meridionale dell’isola, danneggiando torri costiere tra Villasimius e Quartu Sant’Elena. Un secondo episodio si verificò nell’agosto 1771, con effetti contenuti. Più recente è il sisma del 13 novembre 1948, con magnitudo 4.7, avvertito fino a Cagliari e con lievi danni ad Aggius e Badesi, dove l’intensità raggiunse il sesto grado della scala Mercalli.
Negli ultimi 12 mesi, l’INGV ha rilevato 18 eventi sismici in Sardegna. Di questi, 12 erano terremoti naturali con magnitudo tra 1.0 e 3.3, mentre i restanti 6 sono stati attribuiti a esplosioni in cava. Le aree più frequentemente interessate si trovano al largo delle coste settentrionali e orientali, in particolare vicino all’Asinara, alla Baronia e al golfo di Olbia. La Sardegna fa parte del cosiddetto blocco sardo-corso, una struttura geologica estremamente stabile, inattiva da milioni di anni. Questo rende l’isola una delle zone meno sismiche d’Italia. Tuttavia, la presenza di antiche faglie lungo le coste può spiegare i rari eventi tellurici, soprattutto in mare. La natura compatta delle rocce metamorfiche dell’isola, inoltre, favorisce la propagazione delle onde sismiche anche su grandi distanze, rendendo talvolta percepibili scosse molto deboli.
Il terremoto del 2 maggio non rappresenta una minaccia, ma piuttosto un’occasione per ricordare la singolare stabilità della Sardegna rispetto al resto d’Italia. In un Paese dove la terra trema spesso, l’isola rimane una delle pochissime eccezioni, con un rischio sismico tra i più bassi d’Europa. Monitorare anche i piccoli eventi, però, resta fondamentale per comprendere meglio le dinamiche profonde del nostro territorio.
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