
La crisi della Portovesme Srl e del suo indotto continua a tenere banco nel dibattito politico e sindacale. Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato un appello alle istituzioni, chiedendo un incontro urgente a Roma con il ministro delle Imprese e del Made in Italy per affrontare le criticità del polo industriale e garantire un futuro certo ai lavoratori diretti e dell’indotto.
“È davvero il momento di unire sforzi e intenti per arrivare a un incontro nel quale affrontare i nodi critici e tracciare una prospettiva per le lavoratrici e per i lavoratori”, hanno dichiarato Fausto Durante (Cgil), Pier Luigi Ledda (Cisl) e Francesca Ticca (Uil), sollecitando un tavolo con tutti i soggetti coinvolti per dare certezze ai lavoratori e alle loro famiglie.
Poche ore dopo, è arrivato il duro attacco del capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Paolo Truzzu, che ha puntato il dito contro la presidente della Regione Alessandra Todde accusandola di non aver ancora attivato gli ammortizzatori sociali per i lavoratori dell’indotto.
“Non è accettabile fare propaganda sulla pelle dei lavoratori e scaricare la responsabilità sul Governo nazionale. La presidente Todde si attivi immediatamente, perché come ha evidenziato il ministro Urso, la competenza è regionale. È facile immaginare che finora sia rimasto tutto fermo”, ha dichiarato Truzzu.
A rispondere a queste accuse sono stati gli assessori regionali Desirè Manca (Lavoro) ed Emanuele Cani (Industria), che hanno ribadito come tutti gli strumenti di sostegno al reddito siano già stati attivati dalla Regione a partire da gennaio. “Dal 10 gennaio 2025 gli uffici dell’Assessorato del Lavoro hanno sottoscritto tutti i preaccordi necessari per la concessione del trattamento di integrazione salariale straordinaria ai lavoratori dell’indotto”, ha spiegato Manca.
Sei ulteriori preaccordi sono stati firmati il 21 gennaio per altre aziende collegate alla Portovesme Srl, mentre tra il 28 gennaio e il 27 febbraio sono stati emanati i decreti che hanno dato il via libera ai pagamenti dell’Inps. “Tutti i lavoratori dell’indotto sono stati messi in sicurezza dalla Regione”, ha affermato Manca, sottolineando però che la vera preoccupazione riguarda la mancanza di prospettive future e il rischio per la continuità della produzione di zinco e piombo. Da qui, la richiesta dell’assessore Cani affinché il ministro Urso convochi al più presto un tavolo nazionale per garantire certezze agli operai e all’intero polo industriale.
La situazione resta quindi complessa, con un clima di tensione tra sindacati, Regione e opposizione. Se da una parte la Regione sostiene di aver già fatto tutto il necessario per garantire gli ammortizzatori sociali, dall’altra Fratelli d’Italia denuncia ritardi e inadempienze, mentre i sindacati insistono sulla necessità di una soluzione strutturale per il futuro del comparto industriale. Tutti convergono, però, sulla necessità di un tavolo di crisi nazionale, il cui esito sarà determinante per il destino della Portovesme e dei suoi lavoratori.
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