"Terroirs", il vino sardo si promuove da solo: nove cantine fanno rete fuori dai consorzi

Giuseppe Carrus

Sardinia Terroirs è il nome del progetto che riunisce nove cantine sarde in un’azione di promozione comune. Ma dietro questa scelta c’è qualcosa di più di una semplice alleanza commerciale: la nascita di Terroirs rappresenta, di fatto, una sconfitta per i consorzi sardi, accusati da anni – più o meno apertamente – di inefficacia e scarso coordinamento. Non si tratta di una rottura formale, ma di una presa d’atto: il sistema consortile non è riuscito a offrire una piattaforma adeguata per la valorizzazione collettiva dei produttori di qualità, e così alcuni di loro hanno deciso di fare da soli. O meglio, insieme.

Le nove Cantine

L’iniziativa è stata presentata ufficialmente al Vinitaly 2025, nello stand della Regione, e a fine maggio arriverà a Cagliari con un evento riservato agli operatori del canale horeca. L’obiettivo è raccontare l’identità vitivinicola dell’isola attraverso le sue differenze: nove cantine, nove territori, nove vitigni. Le aziende coinvolte sono Antonella Corda di Serdiana, Fradiles di Atzara, Perda Rubia di Talana, Olianas di Gergei, Vinicola Cherchi di Usini, Iolei di Oliena, Quartomoro di Marrubiu, Saraja di Telti e la Cantina Giba.

L'opinione di Carrus

“L’obiettivo – spiega Giuseppe Carrus, giornalista del Gambero Rosso e riferimento dell’enologia isolana – è rappresentare diversi territori della Sardegna e, per ognuna delle cantine, un diverso vitigno sardo. Sono aziende che condividono la volontà di produrre vini artigiani, fedeli al carattere del territorio”. Carrus non ha un ruolo operativo nel progetto ma ne è un sostenitore esplicito. “Il legame tra queste aziende è autentico e si fonda su una visione comune”.

Gli obiettivi

Resta però il nodo mai risolto dei consorzi. “I consorzi in Sardegna non hanno mai funzionato granché bene” sottolinea Carrus. Terroirs nasce per superare proprio questa impasse: fiere, incoming di giornalisti esteri, degustazioni e visibilità congiunta sono attività troppo onerose per una singola azienda. Unite, queste realtà possono fare massa critica, condividere risorse e raccontare la Sardegna del vino con una voce sola. Una voce che, per adesso, arriva da fuori dai consorzi.

prova
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