
Per tutto il mese di ottobre 2025, la Sardegna ospiterà una delle iniziative culturali più ampie e partecipate dell’anno: le Giornate del Romanico. Ogni sabato e domenica, dal 4 al 26 ottobre, settantacinque chiese romaniche saranno accessibili gratuitamente in settanta comuni distribuiti su tutto il territorio regionale. Si tratta di un evento diffuso, organizzato dalla Fondazione Sardegna Isola del Romanico, con il sostegno della Regione Sardegna, della Fondazione di Sardegna, delle diocesi, delle amministrazioni locali e di numerose associazioni culturali. L’iniziativa rientra nel più ampio progetto nazionale Italia Romanica, pensato per valorizzare i luoghi di culto costruiti tra l’XI e il XIII secolo e oggi spesso poco conosciuti dal grande pubblico. In Sardegna, molte di queste chiese sorgono in contesti rurali o in piccoli centri, lontani dai circuiti turistici principali, ma rappresentano testimonianze di grande valore architettonico, storico e spirituale. Le loro forme essenziali, le influenze pisane, catalane e provenzali, i capitelli scolpiti con motivi simbolici raccontano un’isola che, nel Medioevo, era al centro delle rotte culturali e commerciali del Mediterraneo.
Durante le giornate di apertura, le visite saranno condotte da guide turistiche e da studenti delle scuole locali, coinvolti in un percorso di formazione e restituzione attiva del patrimonio. Secondo Antonello Figus, presidente della Fondazione promotrice, l’obiettivo non è soltanto rendere visibile un’eredità storica, ma riattivare la relazione tra i luoghi e le comunità che li abitano. “Non vogliamo soltanto aprire monumenti”, ha dichiarato Figus, “ma dare loro voce, restituirli alla dimensione sociale che un tempo li ha generati”.
Le chiese coinvolte coprono tutta la geografia dell’isola. In provincia di Cagliari, ad esempio, sarà possibile visitare San Pantaleo a Dolianova, Sant’Efisio a Pula e San Pietro di Pontes a Quartu Sant’Elena. In provincia di Sassari saranno accessibili, tra le altre, la chiesa di San Gavino a Porto Torres e quella di Santa Maria a Tergu. A Oristano si potranno esplorare Santa Chiara, Santa Giusta e San Gregorio a Solarussa, mentre a Nuoro apriranno Sant’Antonio Abate a Orosei e San Giovanni Battista a Orotelli.
Accanto alle visite guidate, il programma prevede anche una serie di eventi collaterali. Tra i più attesi c’è La Luce del Romanico, un ciclo di concerti serali eseguiti all’interno delle chiese, illuminate per l’occasione da centinaia di candele elettriche in un allestimento suggestivo. Ogni concerto sarà ospitato da una località diversa e offrirà un’esperienza sensoriale che unisce musica, spiritualità e architettura. Le esibizioni toccheranno paesi come Villa San Pietro, Bosa, Dolianova, Tratalias, Porto Torres, Uta, Quartu, Cabras, Olbia e Ottana, secondo un calendario che attraversa tutta l’isola.
Ma le Giornate del Romanico sono anche un’occasione per riscoprire la Sardegna attraverso le sue tradizioni vive. In molti comuni, le comunità locali hanno organizzato laboratori, itinerari tematici e momenti conviviali. A Ittiri si potrà partecipare a un laboratorio dedicato alle erbe officinali, mentre a Usini una passeggiata tra gli ulivi diventerà il pretesto per raccontare storie di agricoltura e memoria. A Cossoine, la tessitura e l’intreccio dei cestini saranno al centro di dimostrazioni artigianali, mentre a Bultei si potrà visitare l’antico complesso termale di epoca romana. Sardara proporrà un percorso nell’area archeologica di Sant’Anastasia, accompagnato da una visita al museo. A Silanus, la poesia cantata dialogherà con le arti tessili, e a Guasila sarà allestita una ricostruzione di un campo medievale, con figuranti in costume e pietanze ispirate a ricette storiche. Ad Aritzo, Orotelli e Ottana, invece, i visitatori potranno scoprire laboratori dedicati alla maschera tradizionale e all’arte dolciaria del torrone. Nel territorio del Sinis, infine, un itinerario collegherà la chiesa romanica di San Giovanni alle rovine dell’antica città fenicio-punica di Tharros, in un dialogo tra Medioevo e archeologia.
A rendere l’evento ancora più inclusivo è il ritorno del gioco didattico Judikes, pensato per le scuole ma aperto a tutti, che attraverso quiz, prove pratiche e narrazioni interattive guida bambini, ragazzi e famiglie alla scoperta della storia medievale dell’isola. Le Giornate del Romanico non sono solo un festival culturale, ma una proposta concreta di turismo sostenibile e comunitario. In un periodo dell’anno in cui il flusso turistico tende a diminuire, l’evento invita a esplorare la Sardegna in modo diverso: a passo lento, nei borghi e nelle campagne, lontano dalla costa e dalle mete più conosciute. È un’occasione per incontrare le persone che vivono questi territori e per scoprire, oltre ai monumenti, il tessuto sociale che li tiene in vita. “Il Romanico è solo il punto di partenza”, ha spiegato Figus. “Ci interessa soprattutto costruire relazioni, generare consapevolezza e riattivare luoghi che hanno ancora molto da raccontare. Le chiese sono custodi di memoria, ma sono anche strumenti per immaginare nuovi futuri”.
Per maggiori informazioni, il programma completo, gli orari delle visite e i dettagli sui concerti e gli eventi collaterali, si può consultare il sito ufficiale dell’iniziativa: www.fondazioneromanicosardegna.it
www.sardegnanotizie24.it
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