Da Cagliari a Los Angeles: il vento porta lontano le storie

Città di Cagliari

Il vento qui non è solo vento. È memoria, nostalgia, un soffio che spinge avanti o riporta indietro. Porta via la polvere, lascia le storie. E questa volta ne prende una e la spedisce dritta dall’altra parte dell’oceano.
Tiziana Troja ha catturato l’aria di Cagliari dentro un’inquadratura. “Sbentiare” è il suo primo cortometraggio, ed è già in viaggio verso Los Angeles, verso il Filming Italy, verso una platea lontana migliaia di chilometri eppure vicina, perché la malinconia di un padre separato non ha bisogno di traduzioni. Il vento del maestrale soffia anche in California.
E mentre il cinema prende il volo, il teatro tiene saldo il terreno. Fabio Marceddu, con il Teatro dallarmadio, continua a trasformare Cagliari in una scena a cielo aperto, un luogo dove le storie non aspettano di essere raccontate, ma prendono spazio, lo reclamano. Con L’Altra Rassegna, la città diventa un palco diffuso, un intreccio di voci che non si lasciano zittire.
Il vento soffia. Il cinema parte. Il teatro resta.

"Sbentiare": il vento non porta via, riporta

Tiziana Troja è l’anima elettrica di Lucido Sottile, compagnia teatrale e produttiva che ha fatto dell’ironia feroce e della poesia la sua cifra. Ma questa volta non è il palcoscenico a chiamarla: è il cinema. “Sbentiare”, il suo primo cortometraggio da regista, ha vinto il primo premio a Tre Minuti di Celebrità a Cagliari e ora parte per Los Angeles. Un debutto col vento in poppa, letteralmente.
Perché “Sbentiare” è proprio questo: un soffio, una pausa, un lasciarsi portare. Il titolo viene dal dialetto cagliaritano, dallo slang della città che vive di mare e di vento. È la storia di un padre separato che si aggrappa al ricordo della figlia, che sente il vuoto nelle mani. Michele Sarti e Margherita Fontana danno volto e voce a questo piccolo dramma sospeso, prodotto da Michela Sale Musio con la collaborazione di Micaela Cauterucci.

Il film è stato scelto per aprire la sezione nazionale ed estera del Filming Italy Los Angeles, dove Tiziana Rocca continua a tessere ponti tra l’isola e Hollywood. Isabella Ferrari sarà l’ambasciatrice, Michele Placido e Dolph Lundgren i presidenti onorari. Un contesto surreale, se ti fermi a pensare: una regista di Cagliari, alla sua prima prova, che vola in America con un film sulla nostalgia. Ma forse non è così strano: la Sardegna sa essere universale proprio quando racconta la sua intimità.

Fabio Marceddu e il teatro che non sta fermo

Se c’è un teatro a Cagliari che non si limita a raccontare storie ma le bracca, le scardina e le lancia addosso al pubblico, è il Teatro dallarmadio. Fabio Marceddu e Antonello Murgia non si accontentano di mettere in scena spettacoli: costruiscono spazi vivi, dove il teatro respira, si sporca le mani, si mischia alla musica e alla parola. Con L’Altra Rassegna 2025, dal 22 febbraio al 22 marzo, trasformano Casa Saddi in un crocevia di attori, drammaturghi, musicisti, voci che non vogliono stare zitte.

Si comincia il 22 febbraio con Cimitour, regia di Enzo Parodo, due donne che parlano di vita e morte davanti al Cimitero di Bonaria, e Fragile – Maneggiare con cura, sulla vulnerabilità come atto di resistenza. Il 28 febbraio, La cicala e la formica diventa un musical surreale, seguito da Quanto mi costa la felicità, dieci storie sul prezzo dei sogni.
Il 1° marzo, L’amore… Eh?! trasforma un’eredità in una commedia feroce tra due sorelle. Il 6 marzo, è la volta di Miele Amaro liberamente ispirato a Salvatore Cambosu, mentre il 16 marzo, La Super Santa di Vanessa Aroff Podda mescola sacro e profano. Il 22 marzo, si chiude con Mitomania – Storie mitologiche à la carte e Carovana dei sogni, con Guernica di Picasso a fare da sfondo.
Non è solo teatro, è un assedio. Un mese in cui la scena non intrattiene: agita, strappa, lascia segni. E il vento di Cagliari, come sempre, sparge le storie ovunque.

Cagliari, storie nel vento

Il vento qui non porta solo via. A volte lascia qualcosa. Un’eco di voci dentro un teatro, un riflesso di luce su uno schermo, una storia che non chiede il permesso per restare. C’è chi parte e chi rimane, ma non è questo che conta. Conta che le storie esistano, che continuino a muoversi, a respirare, a trovare una strada—che sia verso il pubblico di una sala buia o dentro una folata di maestrale.

Poi il vento gira, e tutto ricomincia.

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