
Nel dibattito in Consiglio regionale sulla decadenza della presidente Alessandra Todde, il capogruppo del PD, Roberto Deriu, ha sollevato questioni giuridiche fondamentali, ribadendo che il diritto di voto e di rappresentanza può essere limitato solo dalla legge e solo in caso di lesione ai diritti di terzi. “La legge del 1993 prende in considerazione cause specifiche di decadenza, come il superamento del doppio della spesa elettorale o l’occultamento del rendiconto. Questo perché, solo in quei casi, si potrebbe ledere il principio di uguaglianza.” Il consigliere Pd ha inteso sottolineare il fatto che eventuali errori da parte della presidente non rientrerebbero nella casistica presa in considerazione dalla legge del ’93, pertanto il procedimento di decadenza di Todde non avrebbe alcuna efficacia.
Deriu ha sottolineato che i collegi di garanzia producono atti amministrativi e non giudiziari: “Non sono giudici e non possono statuire la verità nel nostro ordinamento. Questo compito spetta esclusivamente agli organi giudiziari”. Deriu ha ricordato che la Corte Costituzionale, già nel 2003, ha chiarito che i collegi di garanzia sono organi amministrativi e non giudicanti. “Non possiamo dare pareri fino a quando la verità non è stabilita da un giudice, e Todde ha già chiesto un pronunciamento in tal senso.”
Infine, Deriu ha ribadito che la disciplina giuridica applicabile è diversa da quella dei consiglieri: «La presidente è stata eletta direttamente dal popolo, e il suo destino non può essere determinato da un organo amministrativo. C’è il rischio di alterare l’equilibrio democratico mettendo in mano un procedimento amministrativo il futuro di un’istituzione eletta”.
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