
Armungia, paese natale di Emilio Lussu, 65 chilometri da Cagliari. Situato sulla vallata che domina il Flumendosa, conta circa 450 abitanti, a maggioranza over 65 anni. Può contare sulla presenza del medico di base un’ora al giorno dal lunedì al venerdì, ma non ha una guardia medica. Il dottor Alessio Coni è il farmacista del paese, dove lavora ogni giorno e vive gran parte della settimana.
Come si lavora in una farmacia rurale?
La mia farmacia è la più piccola della costa orientale della Sardegna. È più una comunità rurale, abituata a vivere con poco ma che sente l’importanza vitale del servizio medico e farmaceutico. Gli abitanti anziani hanno difficoltà di spostamento e la farmacia è un presidio insostituibile. Nel mio piccolo, mi impegno tutti i giorni per offrire un servizio di qualità e non farli sentire cittadini di serie B.
Ho un rapporto molto stretto con la comunità, sono disponibile ogni giorno dalle 9 alle 18 ma, se serve, con grande piacere intervengo oltre l’orario per rispondere alle richieste dei residenti o dare una semplice rassicurazione. Ci tengo a sottolineare che la soddisfazione maggiore è a livello umano. Qui ti fanno proprio sentire parte della loro comunità.
Quali strumenti aiuterebbero l’efficienza della farmacia rurale?
Implementare il FSE, rendere disponibili su una piattaforma comune le terapie per i pazienti cronici, mensilmente o bimestralmente. Farmacia e paziente devono agire autonomamente, fatta salva la prescrizione del medico. Il vero nodo, ora, è questo. L’aderenza alla terapia verrebbe rispettata sempre e ci sarebbe un vantaggio per tutti, anche per le istituzioni.
Quali sono le aspettative nell’immediato?
Ne ho tante ma la prima sarebbe consolidare la telemedicina in tutte le farmacie per far capire alle istituzioni che così si può smaltire efficacemente attività di pronto soccorso, ambulatorio medico e reparti di cardiologia, senza tener conto che andremo a dare inizio a uno screening cardiovascolare su larga scala. Ci devono solo mettere alla prova e così come avviene in altre regioni, anche le farmacie sarde potranno dare il loro contributo.
La sua farmacia offre già alcuni servizi di telemedicina?
Sì, sono stato uno dei primi. Offro l’holter pressorio, cardiaco e l’elettrocardiogramma. Il servizio è stato accolto benissimo dalla popolazione una volta che ha capito la puntualità e la professionalità del servizio, refertato da un medico specialista, senza dover andare per ogni controllo all’ospedale più vicino.
Ritiene che le farmacie possano fare un salto di qualità con i fondi PNRR?
Lo spero. È un grande riconoscimento per l’operato delle farmacie e un modo per i colleghi di andare oltre la semplice dispensazione del farmaco e offrire servizi cruciali alla popolazione. In questo modo si ridurrebbe di molto il gap tra farmacia rurale e farmacia urbana.
La farmacia rurale è una vera palestra di vita, impegnativa e entusiasmante, insieme. La consiglierei soprattutto ai più giovani perché è il trampolino di lancio per la professione e allo stesso tempo, ossigeno per i territori.
Fonte: Federfarma Cagliari e sud Sardegna https://www.facebook.com/federfarmacagliari/
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