
La Finanziaria regionale 2025 è al centro di un acceso confronto tra Confindustria Sardegna e CISL Sardegna,
due attori chiave dell’economia e del lavoro nell’Isola. Entrambi stanno spingendo la Regione a intervenire con misure efficaci,
ma con priorità e visioni diametralmente opposte.
Durante un’audizione presso la Terza Commissione permanente del Consiglio Regionale, Confindustria Sardegna ha presentato le proprie proposte, chiedendo interventi mirati per rafforzare la competitività delle imprese. Le principali criticità segnalate riguardano i costi energetici elevati, l’aumento dei costi del trasporto merci – aggravato dalla normativa ETS – e la scarsa attrattività dell’Isola per le imprese manifatturiere. Il presidente di Confindustria Sardegna Meridionale, Antonello Argiolas, ha sottolineato che la Legge di Stabilità può rappresentare “un’opportunità strategica per il settore produttivo”. Tra le misure richieste figurano politiche compensative per le aziende, un rafforzamento della continuità territoriale delle merci e incentivi per attrarre investimenti industriali.
Di diverso avviso la Cisl, che ha presentato alla commissione Bilancio della Regione un documento in cui critica i ritardi e la poca chiarezza della programmazione economica regionale. Secondo il sindacato, la gestione delle risorse è inefficiente, con un avanzo di amministrazione di 3,62 miliardi di euro nel 2023 non ancora speso. Tra le criticità segnalate, anche la mancanza di strumenti attuativi concreti e lo scarso coinvolgimento delle parti sociali. Per la Cisl, servono un tavolo permanente di confronto, più investimenti in sanità e infrastrutture e una revisione delle compartecipazioni tributarie per garantire maggiore autonomia finanziaria alla Regione. Propone inoltre un Patto per la coesione sociale e lo sviluppo, per superare la logica accentrata della programmazione economica.
Nonostante le divergenze, sia Confindustria che Cisl concordano sulla necessità di misure più incisive e rapide. Se gli industriali chiedono più competitività per le imprese, il sindacato insiste su equità e concertazione. La Regione, stretta tra queste due spinte contrapposte, dovrà trovare un equilibrio nella manovra per evitare che la manovra economica si trasformi in un esercizio contabile senza effetti reali sull’economia dell’Isola.
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