La Sardegna guida il riconoscimento Unesco per le viti a piede franco

vite a piede franco

La Sardegna è protagonista di un’iniziativa internazionale per ottenere il riconoscimento Unesco delle viti a piede franco, coltivate su radici proprie e non innestate. Questo raro patrimonio viticolo è sopravvissuto alla fillossera, l’insetto che devastò i vigneti europei nel XIX secolo, grazie a terreni sabbiosi, vulcanici o ad altitudini elevate che hanno impedito al parassita di attecchire.
Con oltre 430 ettari di vigneti distribuiti tra Sant’Antioco, Sulcis e Badesi, la Sardegna si distingue come una delle regioni più importanti in Europa per la conservazione di questa biodiversità. Il riconoscimento Unesco consentirebbe di valorizzare e proteggere questo patrimonio, promuovendo una maggiore consapevolezza del suo valore storico, culturale e ambientale.

Tutela internazionale del piede franco

Presso la Casina Vanvitelliana sul lago Fusaro di Napoli, si è svolto un incontro organizzato dal Comitato Italiano per la Tutela del Piede Franco, in collaborazione con l’associazione francese Francs de Pied. Vi hanno partecipato produttori, enologi, ricercatori e sommelier provenienti da Francia, Spagna, Svizzera, Grecia, Turchia, Argentina e da diverse regioni italiane, tra cui Valle d’Aosta, Lazio, Campania, Trentino e Sardegna.

Durante l’evento sono state affrontate le specificità delle viti a piede franco, come i metodi di propagazione, la qualità unica dei vini prodotti e le difficoltà normative per nuovi impianti. Inoltre, si sono delineate le linee guida per ottenere il riconoscimento Unesco, fondamentale per proteggere e promuovere questo patrimonio viticolo unico.

La Sardegna, con i suoi vigneti a piede franco, si pone come leader in Italia e in Europa in questa iniziativa. La valorizzazione di queste coltivazioni non solo rafforzerebbe il legame con le tradizioni locali, ma creerebbe nuove opportunità per il turismo sostenibile e l’economia del territorio. Un riconoscimento così prestigioso garantirebbe una tutela concreta per un simbolo di biodiversità e cultura agricola, rafforzando il ruolo della Sardegna come custode di un’eredità unica al mondo.

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