L'ANALISI. Dal bombardamento simulato di Cagliari uno scenario russo che porta in Libia

Vladimir Putin

Cagliari è stata bombardata virtualmente l’11 giugno scorso: la notizia, questa volta reale, è stata data dal quotidiano Repubblica e poi ripresa da tutti gli altri, con una fonte chiara: il ministero della Difesa che ha rivelato di aver effettuato al pc questa non piacevole esercitazione Joint stars, che per la prima volta dopo i bombardamenti del 1943, ha interessato la prima città della Sardegna. Il punto non è però il gioco tragico ma il perché sia stata scelta Cagliari come destinazione finale di attacchi stranieri. Andando al concreto, e al non detto dal ministero, quali potenze fuori dalla Nato (escludendo il fuoco amico) sono in grado di colpire la Sardegna. Una solo; la Russia. E qui si apre un capitolo più chiaro: la flotta russa dopo la cacciata dal porto di Tartus in Siria sta cercando un approdo nel Mediterraneo per continuare a osservare le attività Nato nel Sud Europa e per controllare parti del Mediterraneo e del Nord Africa.

E’ noto che in Libia l’Italia non conti più nulla, la Francia sempre meno mentre la Russia ha installato nel Sud della Libia una base missilistica nella base aerea di Sebha, totalmente controllata dai putiniani. E proprio da quel pezzo di Sahara, meno di 1500 chilometri da via Roma, che i russi potrebbero lanciare un attacco missilistico sulla Sardegna, come quello simulato in Joint stars. Gli effetti sono stati resi noti: la difesa aerea avrebbe “bucato” e sei missili sarebbero penetrati nello spazio aereo di Cagliari con un risultato di morte. In caso di attacco con testate atomiche nemmeno pesanti (cioè una cosiddetta testata tattica) i danni si misurerebbero in termini di 120 mila morti (vedi il sito Nukemap).
Ma c’è un altro dato che complica ulteriormente le cose in un momento in cui si combatte in gran parte del Medio Oriente: la Brigata Wagner era posizionata in Mali (dove è in corso una guerra civile e dove era presente sino a due anni una missione europea) ma nei giorni scorsi è stata sostituita dall’Africa Korps, una formazione russa che ha inglobato parte della Wagner sotto la guida di Prigozin e oggi risponde soltanto al governo di Mosca. A riprova, dunque, del posizionamento massiccio che la Russia, non impegnata soltanto in Ucraina, ha deciso per evitare che l’Africa sia controllata soltanto dalla Cina. L’unica opposizione al rafforzamento russo in Libia la esercita la Turchia, che è Paese Nato e nella patria che fu di Gheddafi ha interessi attivi.

La trasformazione della base di Decimomannu

Da qualche anno Decimomannu è in trasformazione per diventare base operativa degli F 35, nonostante le cautele del comandante, Davide Cipelletti che il 22 maggio scorso su questa testata ha smentito la notizia smentendo in un colpo solo il Sole 24 ore, il ministro della Difesa Crosetto e l’eex capo di Stato Maggiore Luca Goretti. Se Decimo diventa base di F35, beh, si capisce l’attenzione e l’interesse dei Paesi non Nato. (c.c.)

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