Ledda (Cisl): l'accordo da 2,7 miliardi è un'opportunità per la Sardegna

Ledda ricorda che l’accordo finanziario del 2005 ha penalizzato gravemente la Sardegna, riducendo i fondi destinati al sistema sanitario. La richiesta è di rivedere quell’intesa, potenziare le strutture sanitarie nelle aree periferiche e stabilizzare il personale per garantire un accesso equo alle cure in tutto il territorio regionale.

Anche l’energia è un tema cruciale: la Sardegna è l’unica regione italiana senza una rete metanifera, una condizione che pesa su famiglie e imprese. La proposta sindacale prevede la realizzazione di una rete per il metano e un piano energetico regionale che favorisca le fonti rinnovabili, abbattendo i costi energetici e aumentando la competitività del tessuto produttivo.

La Cisl sarda evidenzia inoltre la necessità di un intervento deciso sul settore industriale, con particolare attenzione alle aree in crisi come il Sulcis e Portovesme. Serve un piano di riconversione sostenibile e un tavolo di crisi permanente per rilanciare il comparto, attrarre investimenti e garantire occupazione.

Anche trasporti e infrastrutture restano un’urgenza: la modernizzazione delle linee ferroviarie, con elettrificazione e doppio binario, il potenziamento dei collegamenti marittimi e aerei e lo sviluppo del trasporto pubblico locale sono considerati indispensabili per superare l’isolamento dell’isola e favorirne lo sviluppo economico e turistico.