L’intelligenza artificiale decide i turni: in Sardegna il lavoro diventa un algoritmo

Intelligenza Artificiale

In un terzo delle aziende sarde del commercio, i turni di lavoro non sono più assegnati da un responsabile, ma da un algoritmo. Secondo un recente studio della Uiltucs Sardegna, il 30 per cento delle imprese ha delegato la pianificazione del personale all’intelligenza artificiale, trasformando l’organizzazione del lavoro in un calcolo automatico basato su flussi di clientela e fatturati.

Lavoratori vincolati agli algoritmi

La gestione tramite IA, pensata per ottimizzare efficienza e produttività, sta però eliminando ogni forma di flessibilità. Il risultato? Dipendenti con orari rigidi, settimane di turni serali senza possibilità di modifica e nessuna considerazione per la vita privata. “È un sistema senza sensibilità umana,” denuncia Cristiano Ardau, segretario regionale della Uiltucs. “L’algoritmo decide senza tener conto della fatica, della necessità di riposo, della conciliazione tra lavoro e vita privata.”

L’automazione cancella la flessibilità

L’introduzione dell’IA nella gestione del personale ha eliminato quella rete informale di scambi e aggiustamenti che rendevano il lavoro più sostenibile. Niente più domeniche libere concesse da un responsabile, niente più rotazione equa, nessuna possibilità di trattativa. Solo schemi rigidi progettati per massimizzare il profitto aziendale.

La richiesta del sindacato: un modello ibrido

Di fronte a questo scenario, la Uiltucs Sardegna chiede una contrattazione decentrata che affianchi il controllo umano alla tecnologia. Un modello ibrido che garantisca efficienza senza sacrificare i diritti dei lavoratori. Perché se l’intelligenza artificiale può ottimizzare il lavoro, il rischio è che a pagare il prezzo siano sempre le persone.

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