
“Ho vissuto troppo e troppo bene.” Questa frase, pronunciata da Oliviero Toscani nella sua ultima intervista, racchiude il senso di un’esistenza vissuta senza compromessi. Il fotografo, scomparso ieri all’età di 82 anni, lascia dietro di sé non solo un’eredità artistica immensa, ma anche un’ultima serie di ritratti che sembrano sfidare il concetto stesso di mortalità: i centenari della Sardegna.
Il progetto risale al 2022, quando Toscani, su invito del regista Pietro Mereu, ha attraversato i paesi simbolo della longevità sarda – Perdasdefogu, Villagrande, Arzana e altri – per immortalare 36 volti di uomini e donne che hanno superato il secolo di vita. Ritratti essenziali, ruvidi e autentici, come è sempre stato il suo stile: sfondo bianco, pochi fronzoli, tutto giocato sui segni del tempo incisi sui volti. Le rughe come mappa di una vita intera, gli occhi che raccontano storie di guerre, carestie e feste paesane.
Non era solo un lavoro fotografico: era una riflessione visiva sul tempo, sulla permanenza e sul corpo, lo stesso corpo che, ironia della sorte, in quegli anni cominciava a tradire il suo autore. Toscani, infatti, aveva iniziato a combattere contro l’amiloidosi nel 2023. La malattia gli aveva sottratto lentamente le energie, facendogli perdere 40 chili in un anno e alterando persino il piacere di bere un bicchiere di vino – un dettaglio che, per lui, rappresentava un simbolo della sua libertà.
Nell’ultima intervista al Corriere della Sera, Toscani aveva raccontato con incredibile chiarezza i dettagli del suo percorso medico, dalle prime diagnosi in Val d’Orcia al ricovero a Pisa, passando per i consulti con specialisti e amici di lunga data. Quando gli fu confermata la diagnosi definitiva di amiloidosi, lui non sembrò sorpreso: “Mi sono svegliato con le gambe gonfie, facevo fatica a camminare. Sapevo che qualcosa non andava.” Eppure, di fronte alla consapevolezza di avere una malattia incurabile, non cedette mai al vittimismo. Anzi, mantenne la sua vena ironica, arrivando perfino a scherzare sull’eutanasia con Marco Cappato, attivista per il diritto a una morte dignitosa: “Ogni tanto mi viene voglia”, aveva detto ridendo.
La libertà era sempre stata il centro di gravità della sua vita: “Non ho mai avuto un padrone, uno stipendio. Sono sempre stato libero.” Toscani non amava le mezze misure, e questo era evidente tanto nei suoi lavori per grandi campagne pubblicitarie – spesso scandalo e discussione pubblica, più che semplici fotografie – quanto nei suoi progetti personali, come quello sui centenari sardi. L’ossessione per il senso profondo della vita e del corpo umano non lo aveva mai abbandonato.
A Perdasdefogu, Villagrande e Ulassai, si era fatto fotografare insieme agli ultracentenari che immortalava. Uno scatto, in particolare, lo ritrae accanto ad Antonio Brundu, allora quasi 105 anni, e alle sorelle Federica e Concetta Melis, rispettivamente 102 e 101. Toscani sorrideva, ma lo sguardo sembrava tradire una consapevolezza nuova: non si era mai immaginato nella fragilità della malattia, eppure l’affrontava con un misto di curiosità e ironia.
Oliviero Toscani se n’è andati, dunque, senza paura della fine. Lo aveva detto chiaramente: la morte non lo spaventava, purché non facesse male. “Patria, famiglia, proprietà: sono queste le vere rovine dell’uomo,” aveva detto con una lucidità spietata. In un’epoca ossessionata dalla giovinezza eterna, lui aveva scelto di fotografare ciò che resta quando il tempo vince: corpi segnati, vite vissute fino in fondo, sguardi che guardano la morte negli occhi senza abbassare lo sguardo.
Il suo ultimo lavoro rimarrà come una testimonianza della sua capacità di raccontare la vita in tutte le sue contraddizioni. Non immortaliamo i centenari perché vivono per sempre, ma perché ci ricordano quanto sia importante saper vivere davvero. Toscani lo aveva capito. E lo aveva raccontato come solo lui sapeva fare: senza paura, fino all’ultimo scatto.
www.sardegnanotizie24.it
è un marchio della testata giornalistica Sardegna Eventi24
registrato presso il Tribunale di Sassari n° 1/2018
Editore: Rosso Digitale
Direttore responsabile: Gabriele Serra
Coordinatore della redazione: Claudio Chisu
Hosting Keliweb s.r.l – Via Bartolomeo Diaz, 35, 87036 Rende (CS)