
Si è svolta ieri a Cagliari nella Sala della Fondazione di Sardegna, sotto il Bastione, di Saint Remy, la presentazione della pubblicazione “Decalogo dei talenti sardi all’estero”, progetto curato dall’istituto Santi, patrocinato dalla Fondazione Sardegna e dalla Regione. Nell’opuscolo sono raccolte le esperienze di diciassette persone – definite talenti dagli organizzatori dell’evento – originarie dell’isola: nello spirito del progetto, il Decalogo è uno strumento da utilizzare per trasformare un fattore negativo, come la migrazione di massa, in valore positivo, come suggerito dal responsabile dell’iniziativa, Giuseppe Corongiu.
L’invito, da parte degli organizzatori, quindi, è stato quello di pensare ai talenti emigrati come portatori dell’immagine della Sardegna nel mondo e lavorare per porre le basi in modo da favorire la loro restituzione alla terra natale.
Alla presentazione di ieri, hanno partecipato anche alcuni protagonisti del Decalogo. Tutti hanno evidenziato un costante rapporto di amore e odio che si palesa anche nelle testimonianze degli altri talenti, ognuno col proprio bagaglio di esperienze, che pur amando la propria terra, spesso si imbatte nell’eterno dilemma, tra partire dove c’è lavoro, realizzazione personale o successo, o tornare dove si è nati. Un momento di particolare commozione si è avuto quando una delle intervistate, Lulay Notari Melis, emigrata in Svizzera, ha detto che “ogni volta che il carrello dell’aereo tocca la pista in Sardegna si sente attraversata da una grande pace”. Sottolineando il sentimento di forte appartenenza che accomuna tutte le persone che tornano alla propria terra d’origine
A fare gli onori di casa, Pierpaolo Cicalò, presidente dell’istituto Santi, il quale ha chiamato sul palco Graziano Milia, della Fondazione Sardegna, Ignazio Boi, funzionario dell’Assessorato al lavoro e Maria Laura Orrù, consigliera regionale per alcuni interventi sull’argomento. Tutti hanno sottolineato un necessario cambio di rotta per quanto riguarda le politiche portate avanti in passato sul tema dell’emigrazione e sulla gestione delle strategie da introdurre per rendere meno tortuoso il rientro dei nostri numerosi talenti sparsi per il mondo. “Il focus è la perdita di molti giovani che forzatamente abbandonano la Sardegna” ha detto Graziano Milia, mentre Maria Laura Orrù sollecita gli enti pubblici a un maggiore impegno e in particolare ha accusato la Regione di aver avuto “poca lungimiranza rispetto alle politiche applicate nel passato per contrastare l’emigrazione o per favorire il rientro di chi è partito” e ha concluso sollecitando un “maggiore coraggio da parte dell’ente di via Trento”.
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