
Le piccole e medie imprese sarde pagano il prezzo più alto per accedere al credito in Italia. Secondo un rapporto dell’ufficio studi di Confartigianato imprese Sardegna, tra giugno 2022 e settembre 2024 gli imprenditori dell’Isola hanno sostenuto 483 milioni di euro di extra costi bancari a causa di tassi d’interesse significativamente più alti rispetto alla media nazionale.
A giugno 2024, il tasso annuo effettivo (TAE) per le piccole imprese sarde ha raggiunto l’11,9 per cento, il più elevato del Paese. La Calabria segue con l’11,43 per cento, mentre la provincia di Bolzano è la più conveniente con un TAE dell’8,08 per cento. Per le imprese di medie e grandi dimensioni il quadro migliora leggermente: il tasso medio in Sardegna si attesta al 7,65 per cento, comunque superiore alla media nazionale del 6,33 per cento.
Oltre ai costi elevati, le imprese devono affrontare anche una stretta creditizia. Tra giugno e settembre 2024, i prestiti alle piccole aziende sono calati del 4,9 per cento, mentre il totale dei finanziamenti alle imprese attive è sceso del 3,4 per cento. Per le imprese artigiane il crollo è stato ancora più marcato: -9,9.
Il rapporto evidenzia come i tassi elevati pesino su tutti i principali settori produttivi dell’Isola. Nell’edilizia, il TAE per le imprese sarde è 8,51 per cento, il terzo più alto in Italia dopo Calabria (9,63 per cento) e Valle d’Aosta (9,34 per cento), mentre i finanziamenti al settore sono calati del 6,3 nell’ultimo anno. Nei servizi, il tasso medio pagato dalle imprese sarde è 8,39 per cento, ben oltre la media nazionale del 6,58. Nel manifatturiero, il TAE si attesta al 6,72 per cento, con il Molise in testa alla classifica nazionale con il 7,20 per cento.
Il costo del denaro frena lo sviluppo economico della Sardegna e rischia di penalizzare ulteriormente le imprese dell’Isola. A denunciarlo pubblicamente è Giacomo Meloni, presidente di confartigianato imprese Sardegna, che avverte: “Il riassorbimento dell’extracosto bancario è lento e continua a pesare sulle imprese sarde. Nonostante la BCE abbia iniziato a ridurre i tassi, gli effetti concreti si fanno ancora attendere. La stretta creditizia frena gli investimenti e rallenta la transizione digitale ed ecologica.”
Con un mercato del credito che sfavorisce le regioni più fragili, la Sardegna rischia di restare indietro. Gli imprenditori, già penalizzati dall’insularità e dalle carenze infrastrutturali, ora devono anche fare i conti con tassi di interesse più alti e un accesso al credito sempre più difficile.



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