
La presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, interviene con decisione sulle recenti notizie riguardanti la delibera dell’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), che ha respinto il progetto della dorsale del gas sull’isola. Un chiarimento che arriva dopo alcune interpretazioni giornalistiche che avevano dipinto la bocciatura come un colpo al piano energetico dell’attuale Giunta.
“La delibera dell’11 marzo non riguarda il piano in corso tra la Regione e gli attori coinvolti, ma un progetto vecchio e superato che non è mai stato nostro”, ha spiegato Todde in una nota ufficiale.
Secondo quanto dichiarato, il progetto respinto da Arera è la cosiddetta “dorsale del gas”, ovvero un’infrastruttura pensata per attraversare l’intera isola da nord a sud, con costi elevati e un impatto ambientale significativo. “È un’opera che ho sempre considerato inutile – ribadisce la presidente – perché non risponde alle reali esigenze di sviluppo della Sardegna”.
Il progetto contestato prevedeva una rete di metanodotti fisici estesi per centinaia di chilometri, ritenuti oggi obsoleti anche alla luce degli scenari energetici europei in continua evoluzione.
A intervenire è anche l’assessore all’Industria, Emanuele Cani, che ha sottolineato come la Regione sia oggi impegnata in una trattativa diversa, orientata a una nuova rete del gas più funzionale, flessibile e compatibile con la transizione energetica.
“La delibera non fa riferimento al percorso attuale – spiega Cani –. Arera ha mostrato, in tutti i recenti confronti, piena disponibilità a collaborare alla realizzazione di una nuova infrastruttura più snella, finalizzata a garantire la perequazione del prezzo del gas in modo equo su tutto il territorio sardo”.
La prospettiva è quella di un’infrastruttura meno invasiva, potenzialmente basata su rigassificatori e reti locali, in grado di servire la popolazione in modo efficiente, senza impattare pesantemente sul paesaggio e sull’ambiente.
Pur riconoscendo l’importanza strategica del metano, sia Todde che Cani ribadiscono la sua funzione transitoria: un supporto temporaneo in attesa che le fonti rinnovabili siano in grado di soddisfare pienamente il fabbisogno energetico sardo.
“Il gas è utile, ma solo come strumento temporaneo – afferma la presidente –. Serve a garantire stabilità al sistema energetico mentre sviluppiamo un mix basato su rinnovabili e tecnologie di accumulo che copra il fabbisogno civile e industriale dell’isola, 24 ore su 24, 365 giorni l’anno”.
Questo approccio rientra in una visione più ampia di decarbonizzazione dell’isola, obiettivo chiave della Regione nei prossimi anni, anche in linea con le politiche europee per la neutralità climatica.



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