
La Sardegna è maglia nera su tutto. È ciò che emerge dalla terza edizione del Rapporto “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia – I dati regione per regione” a cura del Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Gruppo CRC), organizzato in Consiglio regionale, dalla Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Sardegna, Carla Puligheddu, e dalla Presidenza del Consiglio regionale, con la collaborazione della Uisp e del CSI Sardegna.
Carla Puligheddu elenca alcuni dati allarmanti. “Le persone di minore età in Sardegna sono il 12,7% della popolazione totale della regione contro una media nazionale del 15,1%. è la percentuale più bassa tra tutte le regioni italiane, e con tendenza in diminuzione rispetto al precedente Rapporto di 0,6 punti”.
La natalità invece è ferma a 4,6 nati ogni mille abitanti, il livello più basso tra tutte le regioni italiane. Il numero medio di figli per donna è solo 0,91, contro 1,2 della media italiana. Le famiglie con 5 o più componenti sono il 2,8%, rispetto alla media italiana di 4,5%. Anche le famiglie numerose sono pochissime: soltanto il 2,8% ha cinque o più componenti, contro il 4,5% della media italiana. Crescono invece le famiglie monogenitoriali, che raggiungono il 22,5%, superiore del 4,7 punti percentuale della media nazionale, attestando l’Isola come prima regione italiana.
Anche i dati sull’abbandono scolastico sono preoccupanti. I giovani tra i 18 e i 24 anni che hanno abbandonato la scuola dopo le medie sono il 17,3%, la percentuale più alta d’Italia. Sono carenti anche le competenze scolastiche: il 58% ha livelli inadeguati in matematica. Per quanto riguarda gli edifici scolastici solo il 15% ha certificato di agibilità. Il rapporto evidenzia, inoltre, che solo il 39% dei Comuni è coperto da servizi educativi per la prima infanzia. Si registrano però alcuni segnali positivi: il 62,8% dei bambini pratica sport, più alto della media nazionale, e il 52,4% legge libri nel tempo libero. Cresce anche il numero di posti nei nidi: 35,2 ogni 100 bambini tra 0 e 2 anni.
Il dossier evidenzia anche un altro dato allarmante: la povertà. “La percentuale di persone di minore età in povertà relativa è del 32,9%, superiore di ben 10,7 punti rispetto alla media nazionale e in netto aumento rispetto al precedente Rapporto (22,8%).
Altro dato preoccupante riguarda le adozioni. Le dichiarazioni di adottabilità di minori per adozione nazionale sono 110 su un totale nazionale di 873, di cui 3 da genitori ignoti. Il numero di minorenni per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia secondo la regione di residenza dei genitori adottivi è di 15 (il totale nazionale è di 698).
“Si tratta di un quadro disastroso, che evidenzia le difficoltà che vivono le famiglie – ha affermato la Garante Carla Puligheddu – e non ci sono politiche adeguate a sostenere le famiglie”. E ha aggiunto: “Con rammarico dico che non c’è molta attenzione da parte della politica nei confronti dello stato di salute delle famiglie, dei bambini e degli adolescenti, che spesso vivono in solitudine il loro disagio. E’ necessario – ha proseguito la Garante – una rete di sostegno che intercetti il disagio, oltre a un maggiore ascolto dei minori”. Per la Garante “manca un’azione di prevenzione che prenda in carico quanto viene segnalato nei rapporti e servono i dati per capire cosa accade e come intervenire. C’è un sommerso enorme ed è necessario istituire un osservatorio regionale”. “Con la Consulta Ga.I.A. – ha concluso la Garante – finalmente un’Istituzione potrà ascoltare dalla voce dei ragazzi tra i 12 e i 17 anni le loro problematiche e i loro bisogni. La prima riunione ci sarà già il 30 giugno”.
“In Sardegna – ha riferito il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini – abbiamo dei record negativi in tantissimi settori su cui la politica si deve interrogare: la denatalità, l’abbandono scolastico, ma anche la migrazione”. E ha aggiunto “Purtroppo ci muoviamo in una fenomenologia, come quella della denatalità, che non riguarda soltanto la Sardegna, ma è un problema italiano ed europeo”. Per Comandini: “Dobbiamo ripartire dai diritti non solo dell’infanzia, ma dai diritti delle famiglie”. Il presidente ha parlato, in particolare, del “problema della casa, del lavoro, dei servizi e dei trasporti”. “Credo che anche i diritti delle famiglie potrebbero aiutare a frenare o bloccare il problema della denatalità”.
Secondo il presidente è importante anche analizzare le differenze territoriali che vedono le regioni del Sud più in difficoltà rispetto a quelle del nord. Ma il problema della denatalità, secondo il presidente deve essere affrontato anche guardando a chi vuole venire a vivere in Sardegna: “Il fenomeno della denatalità e dello spopolamento va affrontato guardando anche a chi viene in Sardegna da altri Paesi. Dobbiamo essere più accoglienti verso i bambini stranieri e le loro famiglie, che molte volte fuggono dal proprio Paese per problemi legati della guerra e alla povertà: non dobbiamo guardarli come diversi, ma accoglierli, come fanno già i bambini nelle prime classi della scuola”.
Il deputato del Pd, Silvio Lai, vicepresidente della Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall’insularità, si è soffermato invece su due dati preoccupanti: l’aspettativa di vita alla nascita, più bassa della media nazionale, e la mortalità di 2,43 bambini ogni mille abitanti (2,57 a livello nazionale. Per il deputato ci sono dati molto differenti tra regioni e questo evidenzia un sistema sanitario nazionale, non più in grado di garantire in modo uniforme il diritto alla salute su tutto il territorio nazionale. La speranza di vita alla nascita in Italia, ha spiegato, differisce di tre anni tra Trento e la Campania, tre anni di differenza, alla nascita, dovuto ha detto alle diverse condizioni di salute iniziali, alle condizioni familiari, a quelle sociali e ambientali. Anche per Lai è fondamentale guardare alle famiglie e ai loro bisogni per contrastare la denatalità, soprattutto tenendo presente che in Sardegna ci sono molti comuni con pochissimi abitanti. Il deputato ha ricordato che i dati parlano di quanto incide un figlio sulla condizione economica di una famiglia: dopo il figlio il nucleo familiare perde il 10 per cento di ricchezza, dopo il secondo ne perde il 30%.
Ultimi Articoli
www.sardegnanotizie24.it
è un marchio della testata giornalistica Sardegna Eventi24
registrato presso il Tribunale di Sassari n° 1/2018
Editore: Rosso Digitale
Direttore responsabile: Gabriele Serra
Coordinatore della redazione: Claudio Chisu
Hosting Keliweb s.r.l – Via Bartolomeo Diaz, 35, 87036 Rende (CS)