
Ci sono un francese, uno spagnolo e un italiano. Il francese risiede in Corsica, lo spagnolo nelle isole Baleari e l’italiano in Sardegna. L’elemento comune è evidente: sono isolani. Perciò tutti hanno un problema da risolvere: la distanza da colmare con il resto del mondo. In definitiva, i trasporti, tra cui i collegamenti aerei. Un altro elemento che accomuna il sardo, il corso e il francese è che tutti possono contare sulla continuità territoriale aerea per ridurre le distanze con il Continente. Ma chi paga la continuità territoriale della Corsica? Lo Stato francese. Quello delle Baleari, la Spagna. E dunque la continuità territoriale sarda sarà pagata dallo Stato italiano? No. Dai soli sardi. E quanto paga la Francia? E la Spagna?
La risposta arriva da Valdo Di Nolfo, algherese, consigliere regionale di maggioranza: “La Francia spende 90 milioni di euro in continuità territoriale a favore dei 400 mila abitanti della Corsica. Sono circa 225 euro per ciascun cittadino corso. La Spagna spende 200 milioni di euro per circa 1 milione di residenti delle Baleari: sono circa 200 euro per ciascuno. Lo Stato italiano niente. La Regione deve arrangiarsi con le proprie risorse e spende 40 milioni di euro per circa 1,5 milioni di abitanti. Sono, più o meno, 26 euro per abitante”.
La soluzione di questa disuguaglianza è di natura politica e Di Nolfo coinvolge direttamente il ministro dei Trasporti Matteo Salvini e il presidente della Commissione parlamentare Trasporti, Salvatore Deidda. Dice Di Nolfo: “Dovremmo smetterla, tutti quanti, di fare campagna elettorale spicciola ai danni dei sardi. È necessario fare squadra, mettersi al tavolo e trovare un’intesa per fare in modo che i cittadini sardi abbiano pari possibilità rispetto agli abitanti di Corsica e Baleari. Salvini e Deidda hanno la possibilità concreta di farlo, insieme ovviamente alla Regione”.
In attesa di risolvere il problema alla radice, l’ente di viale Trieste deve continuare a migliorare l’attuale situazione dei collegamenti aerei. Per Valdo Di Nolfo “Linate e Fiumicino devono diventare le due autostrade statali e, in quanto tali, devono essere pagate dallo Stato. Poi bisogna rivolgersi a Bruxelles per ottenere un accordo che ci consenta di indire un bando di gara per gli altri aeroporti. Si è detto, in passato, che l’Unione europea rappresenta un ostacolo insormontabile e che la burocrazia Ue sia “nemica” della Sardegna. Io invece ritengo che si debba andare lì con un progetto serio, credibile, presentato insieme al Ministero dei trasporti: allora le risposte potrebbero essere diverse da quelle ottenute finora. Le cose vanno fatte bene, le proposte devono essere inattaccabili”.
E c’è un’altra priorità, secondo Di Nolfo, tutta in capo alla Regione: la tutela dell’aeroporto di Alghero: “Bisogna difendere lo scalo più debole che purtroppo in questo momento è quello della mia città. Elmas e Olbia viaggiano bene per conto proprio, Alghero no. La Regione è un ente pubblico e dunque non deve ragionare secondo logiche imprenditoriali ma secondo logiche politiche. Non deve lasciare mano libera al libero mercato, altrimenti la Sardegna potrebbe ritrovarsi con due soli aeroporti”. Al riguardo, è notizia di tre giorni fa l’accordo tra Regione, Ministero ed Enac per incrementare i voli in continuità territoriale per tutti gli aeroporti sardi “ma per Elmas e Olbia abbiamo istituzionalizzato una situazione già esistente. Mentre per Alghero ci saranno due collegamenti “inediti” rispetto a quanto avviene ora”.
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