Viaggiatori, non turisti: un nuovo modo di vivere la Sardegna

Guida escursionistica e ambientale

Il settore delle guide turistiche è in pieno fermento. 30 mila domande per ottenere il tesserino ministeriale, 849 solo in Sardegna. Non solo numeri, ma un segnale preciso: il turismo sta crescendo. Sempre più professionisti vogliono entrare in un mercato che non si accontenta più di visite frettolose e itinerari preconfezionati.

Emanuele Pittoni, guida ambientale escursionistica da oltre un decennio, lo vede ogni giorno sul campo. Ma fa subito una distinzione. “C’è un turismo che arriva, guarda, consuma e riparte. E poi c’è il viaggio vero, quello che richiede tempo, incontro, immersione”. Il futuro, secondo lui, non è nei gruppi che si muovono veloci tra tappe obbligate, ma in chi sceglie di fermarsi, ascoltare, perdersi un po’ nei luoghi. Perché è lì, nel rallentare il passo, che un posto smette di essere solo uno sfondo e diventa esperienza.

L’importanza del tempo e dell’incontro

“Il viaggiatore rimane, il turista passa. Il viaggiatore vuole tempo, vuole immergersi nei luoghi, nelle storie, nelle persone. Il turismo da crociera è l’opposto: sbarcano in cento, scattano due foto, mangiano qualcosa di veloce e ripartono. Non lasciano nulla e non portano via nulla, se non un ricordo sbiadito”, racconta Pittoni.

Ma questo non significa che il turismo delle grandi masse sia destinato a rimanere superficiale. Anche i crocieristi, spesso limitati dalle poche ore a disposizione, possono essere coinvolti in un’esperienza più profonda.
“Molti crocieristi vorrebbero fare di più che una semplice passeggiata tra i negozi di souvenir. Se avessero la possibilità di trascorrere più tempo con le persone del posto, di visitare un piccolo borgo invece che una meta scontata, potrebbero diventare anche loro viaggiatori, almeno per qualche ora”, sottolinea Pittoni.
Il punto chiave è il tipo di esperienza che viene proposta. Non è la durata a fare la differenza, ma il modo in cui quel tempo viene vissuto.

Il turismo lento e il richiamo del Nord Europa

Durante l’anno, chi sceglie esperienze immersive è spesso un appassionato di natura, storia, cammini lontani dai circuiti più battuti. Poi arriva l’estate, e qualcosa cambia. A cercare un contatto più profondo con la Sardegna sono soprattutto i viaggiatori del Nord Europa e del Nord America.
“Non vogliono solo il mare. Vogliono camminare, dormire nei piccoli paesi, sedersi a tavola con i locali. Vogliono capire davvero un territorio, sentirsi parte di esso, anche solo per qualche giorno”, racconta Pittoni.

Non turisti di passaggio, ma ospiti temporanei. Persone che viaggiano per integrare, non accumulare, che cercano il ritmo del posto in cui arrivano invece di imporre il proprio. Non è questo che muove il grande turismo, quello fatto di numeri enormi, di voli charter e resort affollati. Ma è un pezzo di Sardegna che cresce, che attrae un certo tipo di viaggiatori e che, senza stravolgere il panorama turistico dell’isola, sta trovando il suo spazio. Perché chi sceglie questo tipo di viaggio non vuole semplicemente vedere la Sardegna. Vuole viverla.

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