"Vivere stanca": secondo l’Istat cala la qualità della vita percepita tra i sardi

Benessere percepito

Nel 2024 la Sardegna registra un progressivo indebolimento del benessere soggettivo, con indicatori in calo su più fronti della vita quotidiana. Lo rivela l’indagine Istat “Aspetti della vita quotidiana”, che segnala una diminuzione più accentuata rispetto alla media nazionale nei livelli di soddisfazione personale espressi dai residenti. Il quadro che ne emerge non è quello di una crisi improvvisa, ma di un disagio diffuso e trasversale, che si manifesta in forma silenziosa ma persistente. A essere coinvolte sono dimensioni fondamentali dell’esperienza quotidiana: dalle relazioni familiari alla gestione del tempo libero, dal rapporto con la comunità alla percezione della propria condizione economica. Un insieme di segnali che, presi singolarmente, potrebbero apparire marginali, ma che nel loro insieme delineano una tendenza chiara: il benessere percepito in Sardegna sta lentamente arretrando, scivolando sotto soglie di attenzione che meritano oggi una lettura più ampia, e interventi più mirati.

Soddisfazione in discesa

Secondo l’Istat, la percentuale di residenti in Sardegna che si dichiara molto soddisfatta della propria vita scende al 47,8%, contro il 49% dell’anno precedente. In parallelo, cresce il numero di coloro che si dichiarano poco o per nulla soddisfatti, oggi al 13,6%. È un dato in controtendenza rispetto all’immagine esterna dell’isola, spesso associata a benessere e qualità della vita, ma che rivela uno scollamento tra percezione e vissuto reale.

Famiglia e amicizia

I rapporti familiari, tradizionalmente considerati un punto di forza nella società sarda, registrano un peggioramento. Calano i soddisfatti e aumentano le persone che dichiarano tensioni o malcontento nella vita domestica. Anche le relazioni amicali non offrono più la stessa tenuta: cresce leggermente il numero dei soddisfatti, ma aumenta anche chi si sente escluso o deluso. Questo dato è particolarmente rilevante nelle aree interne e nei comuni con scarsa densità abitativa, dove le reti sociali tendono ad assottigliarsi.

Tempo che manca

La soddisfazione per il tempo libero si riduce, con il 32,5% dei cittadini sardi che si dice poco o per niente soddisfatto, in crescita rispetto all’anno precedente. La carenza di infrastrutture culturali, ricreative e sportive nei territori meno centrali, unita a un sistema di trasporti interno ancora carente, limita la possibilità di godere pienamente del tempo fuori dal lavoro. La qualità del tempo libero, in molti casi, è percepita come inadeguata rispetto ai bisogni.

Fiducia in calo

Il dato sulla fiducia interpersonale è uno dei più critici. Oltre tre quarti dei sardi afferma che “bisogna stare molto attenti agli altri”, mentre solo il 22,2% ritiene che “la maggior parte delle persone è degna di fiducia”. È una contrazione significativa rispetto al 2023, e si riflette anche nella diffidenza verso gli sconosciuti: appena il 16,9% degli intervistati considera probabile che un portafoglio smarrito venga restituito da una persona qualunque. La perdita di fiducia nei rapporti sociali appare come un elemento trasversale, che riguarda diversi ambiti della vita comunitaria.

Salute in miglioramento

L’unico indicatore in miglioramento è la percezione della salute personale. Diminuisce il numero di cittadini insoddisfatti e cresce la quota di coloro che si dicono almeno “abbastanza soddisfatti”. Questo potrebbe riflettere una maggiore attenzione alla prevenzione sanitaria dopo la pandemia, ma anche un miglioramento del servizio sanitario regionale nei presidi di prossimità e nell’assistenza di base.

Economia e lavoro

Dal punto di vista economico, la situazione resta relativamente stabile. Il 64% dei sardi giudica le risorse familiari adeguate, ma solo il 3% si dichiara molto soddisfatto, in calo rispetto al 2023. Aumenta inoltre il numero di famiglie che definisce “insufficienti” le proprie risorse economiche, passando al 6,4% contro il 4,1% dell’anno precedente.

Per quanto riguarda il lavoro, il 76,5% degli occupati nelle isole si dice soddisfatto, con un leggero miglioramento rispetto all’anno precedente. Le donne mostrano livelli di soddisfazione più alti degli uomini. Tuttavia, l’assenza di dati regionali disaggregati e il mancato riferimento a disoccupati e inattivi impediscono una lettura completa della condizione lavorativa nell’isola, dove la disoccupazione giovanile continua a rappresentare una criticità significativa.

Il piano della Regione

Nel tentativo di invertire la tendenza, la Regione ha approvato nell’aprile 2025 il Piano Regionale di Sviluppo 2024–2029. Il programma prevede azioni su vari fronti: sanità, politiche sociali, occupazione, cultura, mobilità e coesione territoriale. Il piano è allineato agli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda Onu 2030 e punta a migliorare la qualità della vita non solo attraverso lo sviluppo economico, ma anche attraverso interventi che riguardano il benessere relazionale, l’inclusione e la partecipazione.

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