80 anni e non sentirli, Aquila Cagliari volteggia alto nel volley italiano

Più antica della Federazione di Pallavolo, la G.S. Aquila è una rarità nel panorama sportivo sardo. Situata nella zona di Su Siccu a Cagliari, l’anno scorso è risultata la terza società sportiva in Sardegna per numero di atleti giovani. Ha avuto negli anni il coraggio di rifondarsi e rinnovarsi sotto la guida del presidente Massimo Delogu, punta sul connubio sport e cultura, per avvicinare sempre più persone a una vita di sport positiva e sana, ma anche alla  valorizzazione della zona di Su Siccu, una delle aree più in crescita di Cagliari.

Avete da poco compiuto 80 anni, quanto è difficile portare avanti una realtà con così tanta storia alla spalle?

Siamo davvero fieri dell’Aquila. Oltre al compimento degli 80 anni, la nostra è anche la società più longeva d’Italia, nata nel ‘44, due anni prima della Federazione Pallavolo Sarda. Ma siamo più vivi che mai.

Com’è strutturata la vostra società e quanti iscritti contate all’attivo?

Abbiamo circa 270 atleti e altri 70 ragazzi in lista d’attesa. Ogni volta che sono costretto a negare l’iscrizione a un nuovo ragazzo soffro perché so quanto per loro lo sport sia fondamentale, ma ad oggi purtroppo non possiamo fare altrimenti.

Qual è la soluzione per poter tesserare un numero maggiore di atleti?

La soluzione, per quanto mi riguarda, è l’ampliamento degli spazi dedicati: abbiamo in progetto il rinnovamento della struttura attuale, con i lavori che partiranno a giugno e stiamo ultimando la costruzione di una nuova struttura che sarà agibile da settembre. Avremo cosi una parte dedicata ai bambini, una nuova palestra e i due campi al PalaLongino.

Com’è diventato il presidente della GS Aquila?

Sono stato un pallavolista della squadra per oltre 10 anni. Circa 12 anni fa, sono stato eletto ed ereditavo una situazione difficile: la struttura era fatiscente, la società era sommersa dai debiti e contava solo una trentina di iscritti. Il lavoro fatto per arrivare dove siamo oggi è stato enorme, sempre in punta di piedi ma con grande entusiasmo e voglia di migliorarci.

Quali sono le maggiori difficoltà che ha affrontato o sta affrontando come presidente?

La cosa più difficile ora, con la legge sullo sport, è che siamo diventati praticamente un’attività commerciale. Una società strutturata come la nostra ha necessità di avere commercialisti, consulenti del lavoro ecc. Condivido che la legge tuteli i lavoratori del settore, ma non nego che dal punto di vista organizzativo ci siano tante difficoltà.

Avete dei progetti che vanno oltre il mondo del volley?

Nel nostro circolo organizziamo attività culturali come letture o esposizioni artistiche. Abbiamo una sala studio che consente ai ragazzi di studiare tra la fine delle lezioni scolastiche e gli allenamenti. Lavoriamo per la convivialità e per un ambiente sano, infatti nella struttura è presente anche un bar/ristorante aperto al pubblico.

Da giugno a settembre l’attività di pallavolo si interrompe e inizia quella di beach volley, ma essendo noi concessione demaniale marittima, ci dedichiamo anche ad attività legate al mare e al turismo come gite in kayak o in canoa che partono da Marina Piccola e fanno il tour della costa.

Un’idea che vorremmo realizzare da tanti anni è quella di fare attività nelle scuole, ma purtroppo non potendo permetterci di tesserare nuovi ragazzi rimane un progetto in stand-by.

Quali sono le vostre ambizioni per il futuro?

Quello che vorremmo fare è provare ad essere più sostenibili dal punto di vista energetico. Grazie al finanziamento della Regione, nel rinnovamento della palestra è prevista la realizzazione di un impianto fotovoltaico che ci consentirà di essere più sostenibili e autosufficienti.

Un altro progetto è quello di dedicarci ad attività all’aperto rendendo più gradevoli gli spazi esterni attraverso la cura del verde e il rifacimento della pavimentazione, così da consentire ad artisti sardi di esporre la propria arte qui da noi. Puntiamo e crediamo molto nell’idea vincente di sport e cultura e vorremmo, inoltre, realizzare un’esposizione di volti noti, poesie, murales, così da respirare sport, arte e cultura in ogni spazio. La cultura ci migliora e per noi, che abbiamo a che fare con i giovani, creare questo connubio è la base da cui partire per la formazione dei ragazzi.

prova
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