
Martedì 25 febbraio, ore 10,30. Il Consiglio regionale si riunisce ancora, e ancora una volta al centro della discussione c’è il bilancio, o meglio, la sua ennesima proroga. Il Disegno di legge 79 parla chiaro: “Ulteriore proroga dell’autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l’anno 2025”. Si va avanti così, mese dopo mese, con la sensazione che il tempo sia una gomma da masticare da stirare il più possibile, sperando che non si spezzi. Ma non c’è solo il bilancio. C’è la sanità, altro nodo irrisolto, altro settore in cui “disposizioni urgenti” e “modifiche” sono diventate la normalità. Il Disegno di legge 40/A cerca di rimettere mano all’assetto organizzativo ed istituzionale del sistema sanitario regionale, aggiustando, correggendo, rattoppando. Non si costruisce, si ripara.
Oltre ai grandi temi economici e sanitari, l’ordine del giorno prevede anche tre mozioni che fotografano altrettante urgenze dell’isola. Franco Mula (Fdi) chiede conto delle misure adottate contro l’invasione del granchio blu, una specie aliena che sta devastando il settore ittico, mentre i fondi per i rimborsi restano bloccati nella rete della burocrazia. Cristina Usai (FdI) propone il riconoscimento dello status di città balneare, un’idea che potrebbe portare nuove opportunità ai centri costieri o forse soltanto aggiungere una definizione in più senza effetti concreti. Umberto Ticca (Riformatori), invece, riporta al centro il tema dell’autonomia differenziata e delle norme di attuazione dello Statuto, una questione che si ripresenta ciclicamente come un treno che si vede in lontananza ma che non arriva mai.
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