Caro energia, in Sardegna bruciati 260 milioni di euro in 2 anni

Aumenti costo energetico

Il caro energia torna a pesare sulle imprese sarde, con tariffe aumentate del settanta per cento dal 2021. A Sassari-Gallura il rincaro ha superato 96 milioni di euro, a Cagliari ha toccato 71 milioni, nel Sud Sardegna 41 milioni, mentre a Nuoro e Oristano i costi sono saliti di 29 e 24 milioni.

Il picco del 2022, con il kilowattora sopra zero virgola cinquecentosettanta euro, sembrava un’anomalia, ma i prezzi non sono mai tornati ai livelli pre-crisi. Oggi un’azienda della meccanica che nel 2021 pagava zero virgola centosettantuno euro per kilowattora si ritrova con zero virgola duecentonovantanove euro; nel settore del legno il costo è raddoppiato, toccando zero virgola quattrocentotrentacinque euro.
I settori più energivori – panifici, vetrerie, cementifici, cartiere e metallurgia – rischiano di dover tagliare la produzione o rifiutare ordini. “Speravamo in una stabilizzazione, invece affrontiamo nuovi aumenti tra il diciotto e il trenta per cento rispetto al 2024”, avverte Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Sardegna. “Un altro shock potrebbe mettere in ginocchio il nostro sistema produttivo”.

Confartigianato: “Azzerare gli oneri di sistema”

Di fronte a questo scenario, Confartigianato Sardegna chiede l’azzeramento o la sterilizzazione degli oneri di sistema, una misura già adottata nel 2022 e 2023 che, se riproposta oggi, potrebbe garantire una riduzione immediata delle bollette di almeno il venti per cento.

“Le imprese stanno già investendo in efficientamento energetico e cercando tariffe più sostenibili”, spiega Daniele Serra, Segretario Regionale di Confartigianato. “Ma senza un intervento strutturale, ci ritroveremo presto nella stessa emergenza di due anni fa”.

Il timore non riguarda solo i costi attuali, ma il fatto che gli aumenti sembrano destinati a proseguire. Il rischio è che molte aziende siano costrette a tagliare personale, ridurre la produzione o trasferire i rincari sui consumatori, innescando un effetto a catena sull’intera economia.

L’autoproduzione è una priorità

Se il taglio degli oneri di sistema è la risposta più immediata, la soluzione a lungo termine passa dal bando da 678 milioni di euro della Regione per l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia. Un’opportunità cruciale per rendere le imprese più indipendenti dalle fluttuazioni del mercato, ma che senza tempi certi rischia di restare solo una promessa.
Negli ultimi anni molte aziende hanno compreso l’importanza di investire in energie rinnovabili, ma per farlo servono incentivi adeguati e procedure snelle. “Le imprese vogliono investire in energia pulita e sostenibile”, concludono Meloni e Serra. “Ma senza regole chiare e tempi rapidi, il rischio è che molte realtà debbano fermarsi”.
Il caro energia è tornato. Per le imprese sarde, il tempo delle attese è finito.

prova
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