
C’è stato un tempo in cui la Silicon Valley era poco più di una distesa di frutteti, un territorio senza pretese se non quelle di una manciata di scienziati visionari. Oggi, nel cuore della Sardegna, un’idea simile prende forma: trasformare Sos Enattos nel fulcro di un ecosistema tecnologico avanzato, catalizzato dal progetto Einstein Telescope (ET).
L’ambizione è chiara nelle parole della presidente della Regione, Alessandra Todde, che davanti a un’audience di imprenditori e ricercatori riuniti alla Camera di Commercio di Nuoro ha tracciato un parallelo audace:“ Il sito di Sos Enattos può rappresentare la nostra Silicon Valley”. E non è solo una suggestione. Il progetto Einstein Telescope – osservatorio di terza generazione per le onde gravitazionali – è un’operazione da 1,3 miliardi di euro, sostenuta da un mix di investimenti regionali e nazionali. Un volano che potrebbe finalmente invertire la rotta dell’emorragia giovanile che affligge l’isola: 5.000 giovani sardi lasciano la regione ogni anno in cerca di opportunità altrove. Ma se la scommessa di ET funzionasse, la Sardegna potrebbe non essere più un punto di partenza, ma una destinazione.
L’incontro “Einstein Telescope e enabling technologies (KET): sfide innovative, opportunità e prospettive future” non è stato solo un evento istituzionale, ma un invito concreto alle imprese sarde: l’ET avrà bisogno di soluzioni in ambiti che spaziano dalla coibentazione dei tubi a vuoto alla realtà virtuale, dall’intelligenza artificiale alla logistica per le infrastrutture sotterranee. C’è spazio per l’innovazione, per le start-up, per chi saprà cogliere la sfida.Secondo l’assessore della Programmazione, Giuseppe Meloni, si tratta di un’opportunità irripetibile: “Abbiamo il dovere di sostenere questo percorso. Oltre i 350 milioni già stanziati, abbiamo cofinanziato il centro ricerche ET-SUnLab e siamo pronti a compiere ogni sforzo necessario per il tessuto produttivo sardo”.Non si parla solo di finanziamenti, ma di una strategia per costruire un ecosistema. L’illustrazione del progetto è stata affidata a esperti dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), tra cui Alessandro Cardini, Giovanni Bisoffi, Michele Punturo e Gaetano Schillaci, mentre il bando pubblico per le imprese è stato illustrato da Mara Mangia di Sardegna Ricerche.
Va detto: la Sardegna è in corsa per ospitare l’Einstein Telescope, ma non è l’unica candidata. Eppure, la Regione sembra voler giocare d’anticipo, trasformando il processo stesso di candidatura in un investimento strutturale. Se anche ET dovesse approdare altrove, i fondi e le iniziative messe in campo potrebbero comunque ridefinire il panorama tecnologico sardo.Gli ambiti di applicazione tecnologica sono in fase di definizione, pronti ad adattarsi alle esigenze emergenti. Ma la direzione è tracciata: dove c’è ricerca, c’è impresa. Dove c’è impresa, c’è sviluppo. E magari, un giorno, chi partirà dalla Sardegna lo farà solo per scelta, non per necessità.
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